La riflessione di quest'inizio di settimana riguarda una delle mie principali passioni: la lettura.
Ieri ho ricevuto due libri in regalo, da mio padre, in lingua inglese. La prima cosa che ho pensato è stata: 'WOW! che bei libri!' e poi, ovviamente, ho subito dato un'occhiata alla quarta di copertina per saperne di più sulla trama e sul genere. I libri in questione, acquistati all'aeroporto di Londra sono 'Siege' di Simon Kernick e 'Lewis Man' di Peter May. Entrambi sono dei thriller ed entrambi hanno una presentazione davvero accattivante.
Inoltre, sulla copertina riportano vari stickers, che definiscono i libri come bestsellers e soprattutto come occasioni, dato che sono una sorta di 'paga-un-prezzo-intero-per-il-primo-e-la-metà-per-il-secondo'.
Ad una seconda occhiata, ho notato quanta cura e ottimo design fossero riposti in entrambi i volumi.
Uno ha il titolo argentato e in embossing e una sorta di copertina plastificata matte e l'altro una meravigliosa fotografia ritoccata in photoshop. Ma quello che mi piace di più è il formato. Sembrano dei libri di scuola, hanno un format rettangolare, ma più ampio e un font molto grande e riposante per gli occhi. Insomma, ho trovato questi due libri piuttosto singolari e insoliti nella loro veste di presentazione.
Dunque, di ciò, una bibliomane come me può soltanto goderne.
Ora, dopo aver riposto con criterio i due volumi sullo scaffale - la cui cosa rappresenta un'altra piccola mania per il bibliomane -, ho pensato: 'sarà che siete così belli perchè, miei poveri libri, avete ormai i giorni contati?'
La terrificante risposta a questa domanda è stata: 'E-book...Ebook...Ebook'. Ebbene sì, questo tecnologico mantra, ormai, è qualcosa con cui bisogna fare i conti prima o poi.
Sono certa che i puristi della lettura, come me, storcono il naso. Eppure la curiosità di vedere che cosa un Ebook possa offrire di altrettanto affascinante, come tenere in mano un vero libro, è sempre più incombente.
Ho già visto parecchia gente in giro con i vari modelli di Amazon Kindle, mi sono già informata sulle alternative di altri marchi e ho trovato che, anche la sempre elegante signora SONY propone i suoi bei gioiellini di sorta. Ho visto che ormai sono dei mini computer, con tanto di navigazione in Internet, schermo riposante, sistemi di archiviazione sempre più rapidi e soprattutto materiali sempre più leggeri, così che il lettore Ebook possa non pesare in borsa.
Va bene. Tutto perfetto fin qui. Non dico che non sarò tentata da averne uno e forse solo per sempre più impellenti motivi di spazio in casa, ma come la mettiamo con tutto il resto?
La lista è infinita. La goduria di un bibliomane sta proprio nell'oggetto in sè: il signor libro.
Andare in libreria con l'aspettativa di lustrarsi gli occhi davanti a quelle nuove copertine scintillanti, scegliere il volume in fondo alla pila (possibilmente il penultimo o il terzo dall'alto, a seconda di quanto è grande la pila), sentirne la compattezza poichè intatto e ancora intonso. Ma soprattutto tornare a casa e, come se fosse un giocattolino, spupazzarselo e leggiucchiare le varie informazioni sulla trama e l'autore e infine iniziare a leggerlo, portarselo appresso ovunque,, nonostante il suo formato o il suo peso, 'viverlo' come un oggetto unico e personale, vederlo appoggiato in giro per casa e dulcis in fundo sentire lo scorrere delle pagine tra le dita, avere l'idea di raggiungere un obiettivo - quello di arrivare fino in fondo - e sentire che le pagine diventano sempre più pesanti sulla mano sinistra e che scorrono come scorrono le giornate che si impiega a leggerlo. Non parliamo poi di quel simpatico oggetto che è un segnalibro infilato dentro al volume. Può essere una cartolina vecchia, un segnalibro di stoffa, disegnato a mano, creato dal legno, una fotografia scattata da qualcuno o lo scontrino del posto dove hai comprato il libro stesso... Potrei continuare all'infinito, ma davvero mi auguro che le librerie non spariscano. Così come spero di vedere gente con i libri di carta in mano che li maltratta, che spiegazza gli angoli delle pagine o che fa 'le orecchie', che li riempie di sabbia mentre le legge in spiaggia guardando i colori del mare, non preoccupandosi se i granelli lo possano rovinare. Mi auguro che le case del futuro donino ancora quella sensazione di calore che una libreria strabordante di volumi, di ogni tipo e colore, conferisce ad una stanza e che l'occhio abbia ancora la sua parte, l'anima ancora il suo riempimento, le mani rimangano ancora in quella posizione così intellettuale, come uno studioso perso nella conoscenza.
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