MATRIOSKla

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domenica 24 luglio 2011

Vasilij Grossman - Tutto scorre...

Se siete lettori spaventati dai voluminosi romanzi russi, ma volete farvi un'idea di quello che è successo in Unione Sovietica durante più o meno tutto l'arco dello scorso secolo, potete leggere questo buon libro: 'Tutto scorre...' di Vassilij Grossman.
Quando ne ho scorso il titolo in libreria mi è subito venuto alla mente un delicato e quantomai fatalista verso poetico di Sergeij Esenin. Era lui che diceva vse proidet kak s belijch jablon dym....cioè tutto scorre come fumo sui bianchi meli. Esenin ebbe un tragico destino come poeta, la Russia sovietica ne ha avuto, ahimè, uno altrettanto devastante.
Forse questo titolo non è lì per caso. Forse riassume in solo un breve accenno la caratteristica fatalità dell'animo russo; un animo destinato molto spesso ad essere calpestato, maltrattato e incompreso.
Allo stesso modo, Grossman riassume in questo breve romanzo il ritorno a Mosca dopo trent'anni di vita nel lager di Ivan Gregorevic. Ivan è un ex-detenuto, che non ritrovando un suo naturale collocamento nella sua città e non sentendosi nemmeno più un vero cittadino sovietico, ormai privo quasi di dignità, completamente spiazzato dall'incalzare dei tempi, si sposta verso sud, trova lavoro e si innamora.

Ma la storia vera non è proprio questa. C'è un passo, o meglio una frase, che sembra collegarsi al verso del poeta, che Ivan pronuncia: 'come è potuto succedere tutto questo?'. Come se il protagonista si voltasse indietro a riguardare i suoi ultimi trent'anni e non trovasse più niente, solo quel fumo che è scorso sui bianchi meli, senza che la Russia se ne accorgesse.
E' qui, in questo libro dalla potente forza riassuntiva e rievocativa, che potete iniziare a capire che cosa sia successo nella Russia sovietica, come l'esperimento comunista sull'umanità russa abbia imperversato riducendola a nulla.
Ecco che Grossman, attraverso le parole di Ivan o sovrapponendosi ad esse, ammette il triste approdo di un paese nella totale spersonalizzazione. Da Lenin, a Stalin, fino a Krushev potete leggere quali fossero le grandi speranze di un'ideologia fallita e tutti i sui atroci effetti collaterali su una popolazione, che per secoli non ha visto altro che schiavitù e sottomissione al potere.
Davvero un ottimo libro da cui partire e poi eventualmente approfondire con decine di altri romanzi dello stesso genere, fra cui: 'Vita e destino' dello stesso autore, 'I racconti della Kolyma' di Varlam Shalamov, 'Una giornata di Ivan Denisovic' e il mastodontico 'Arcipelago Gulag' entrambi di Aleksandr Solzhenizin; tutti romanzi accomunati da un tempo che è trascorso in una brutale storia ancora recente e che continua a scorrere nelle migliaia di pagine, che oggi ci ricordano le disgrazie del popolo russo.

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