MATRIOSKla

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venerdì 13 settembre 2013

La donna bionica e Jimmy Fontana

Nonostante gli anni 60 non siano stati i miei anni (per ovvi motivi anagrafici), penso che la musica italiana di quel decennio abbia, in ogni caso, influenzato la cultura musicale di tutte le generazioni a venire.
Per esempio, prendete me...anno 76, mia madre che mi prende per mano in un pomeriggio di agosto del 1983 e durante un temporale tropicale sull'isola caraibica di Saint Lucia, mi canta 'Il mondo' di Jimmy Fontana...Ecco, anche se avevo solo 7 anni...alle mie orecchie, quella canzone spaccava già. Bellissima.
Ora, con la scomparsa dell'ennesimo mito di quel decennio d'oro della musica italiana, Jimmy Fontana, mi torna alla mente un ricordo ancora più vivo. Il ricordo di una serie televisiva, che negli degli anni 80, conquistò completamente il mio cuore: 'La donna bionica'. 
Ma perchè mi piaceva così tanto quel telefilm, come si chiamavano allora?
Be'...c'è da chiederselo? Siamo in piena Guerra Fredda, gli anni 80 sembravano gli anni in cui anche l'impossibile sarebbe potuto diventare possibile. Dunque si poteva credere che Jamie Sommers, una giovane e affascinante donna, tutta acqua e sapone, potesse avere un orecchio, il bracco destro e un gran bel paio di gambe tutto rigorosamente bionico! Eh, sì, complici la sbruffonaggine e la propaganda antisovietica del tempo, gli Stati Uniti d'America avrebbero, in un giorno poco lontano, potuto costruire l'uomo e la donna perfetta.
Poi...se a questo aggiungiamo che Jamie Sommers era una ex giocatrice di tennis professionista, che facendo paracadutismo, aveva subito un terribile incidente e che i servizi segreti americani di lei ne avevano fatto il primo esemplare bionico, sotto mentite spoglie di un'insegnate del liceo...be'...allora qui c'era già scritta metà della mia vita futura...E dunque come poteva non piacermi un telefilm così?! 
Ora...se a tutto questo, come ad ogni sublime ricordo dell'infanzia che si rispetti, affianchiamo una musica malinconica e dei versi d'amore surreali e struggenti, ne viene fuori una sigla del telefilm, che riascoltata dopo quasi trent'anni, ti fa ancora venire i brividi e le lacrime agli occhi... Soprattutto dopo che quella voce che cantava la canzone se n'è andata insieme a quei tempi pieni di dolci fantasie e speranze...
'Bambola bambina' di Jimmy Fontana, fu la sigla iniziale della prima stagione del telefilm.

I segreti di Murakami - T. Teruhiko

Data la segretezza e la scarsità di informazioni che circolano sul conto di uno scrittore così popolare come Murakami Haruki, perchè astenersi dal comprare un libricino come questo? 'I segreti di Murakami' di Tsuge Teruhiko male non fa. Anche se probabilmente non è un supremo saggio della vita e delle opere dell'autore esso è piuttosto una breve raccolta di notizie su di lui. E' interessante scoprirne gli esordi della sua carriera di scrittore attraverso una rapida ricostruzione della sua vita, dalla giovinezza ai nostri giorni, raccontati da godibili aneddoti e estratti delle sue interviste. I capitoli sono dedicati ai suoi anni di studente, all'incontro con la moglie e all'apertura del suo famoso jazz bar. Si prosegue poi con capitoli dedicati alle curiosità sulle sue passioni per i computer, le penne, gli scrittori e registi preferiti. Ovviamente non può mancare un capitolo dedicato alla sua passione per i gatti. Dal primo storico gatto 'Peter', che diede casualmente il nome al suo jazz bar, fino a quelli che ancora gli gironzolano per casa. Insomma un po' di tutto...un leggero intrattenimento, certamente ricco di spunti, in caso di astinenza da lettura dei suoi romanzi, di cui io ne so ben qualcosa.

mercoledì 11 settembre 2013

I film di Woody Allen


Perchè mi piacciono i film di Woody Allen? Semplice. Perchè parlano alla mia mente. Niente azione, niente avventura, nè erotismo. Ma parole. Pensieri. Manie e spesso anche paranoie. 
Di recente ho visto due film interpretati da Woody Allen. Il primo 'Provaci ancora Sam' del 1972 e il secondo da lui anche diretto 'Misterioso omicidio a Manhattan' del 1993. Godibili da diventar matti, punzecchiati della tipica ironia di Allen e soprattutto sigillati dalla straordinaria alchimia che lega Woody Allen a Diane Keaton. Insicindibili, fobici e in preda alla più assurda paranoia. Sia in 'Provaci ancora Sam' , che in 'Misterioso omicidio a Manhattan' la maestria dialettica dell'intreccio narrativo e la giustapposizione delle scene e dei dialoghi sono impreziositi dalla bravura degli attori nel mettere in bella mostra le loro manie. Impossibile non ritrovare almeno un pizzico di se stessi nei monologhi, nelle ossessioni e nelle debolezze così sottilmente e, nello stesso tempo, ridicolamente raccontate dalla mente dei protagonisti.
Due storie da divano comodo e popcorn, in una serata di pioggia, sognando due grandi città come San Francisco e New York, nelle quali sono ambientate. Guardare questi film a là Allen è come trascorrere una piacevole serata in salotto, circondati da intimi amici.

I piani alti di Mosca - V. Aksionov

Tra le attrazioni più moscovite che si possano visitare nella capitale russa figurano sicuramente le cosiddette 7 sorelle. Cioè i 7 monumentali grattacieli costruiti in piena era staliniana, in stile costruttivista sovietico. Ora, ripromettendomi di tornare prima o poi sull'argomento, non mi dilungherò sulla storia di questi meravigliosi souvenir dell'epoca sovietica, ma vorrei consigliare un libro che in qualche modo c'entra con essi. Si chiama 'I piani alti di Mosca' di V. Aksionov. Pubblicato in Italia nel 2006, è un ottima lettura per chi vuole ritrovare le storie di quella vita formicolante che abitava uno di sette grattacieli. Una bizzarra scrittura, che rievoca le atmosfere misteriose e claustrofobiche delle famose 'case alte' di Mosca.
Vi lascio un piccolo estratto, una chicca per gli amanti del sovietismo:
'No, non somiglia a nulla questa residenza, e non segue nessuno stile urbanistico precedente! E' la residenza unica del nostro unico e grandissimo socialismo! Guarda soltanto che poderosa pesantezza vi è racchiusa, coniugata con la sensazione di un volo inesorabile! Emana un possente significato storico! Non solo puntella le pendici orientali della volta celeste moscovita, non solo cela ai miei occhi la sudicia Taganka, no, insieme ai suoi sei confratelli rappresenta per noi il topos del futuro, la città neoplatonica popolata di filsofi e soldati!' 



martedì 3 settembre 2013

L'ultima favola russa - Francis Spufford


Ma da dove è uscito questo libro? Intendo... Da quale mente, con quale scopo? Da quale scaffale della storia? Come si può divorare un libro di 411 pagine che tratta di società e scienza sovietica, di cibernetica e sistemi di controllo di produzione, di Gosplan e di tutto ciò che il marxismo-leninismo ha prodotto di più noioso? Eppure mi è successo. Il genio creativo di Francis Spufford ha catturato la mia attenzione e, a quanto pare anche quella di molti altri lettori (a dire delle recensioni), raccontando la macchinosa e utopistica idea socialista nell'Urss, dal dopoguerra agli anni 80. Ma ha fatto di più, ha fuso almeno tre generi letterari: il romanzo, il saggio e il manuale di storia. Ha inventato storie di uomini-tipo della Mosca, della Leningrado e della famosa Akademgarodok di Novosibirsk riproducendone fin nel minimo dettaglio, ma anche nell'estrema profondità di fattezze e modi, il pieno spirito sovietico. Leonid Vitalevic, Zoja, Galina, Emil ecc. sono tutti stereotipi della Russia perduta dello scorso secolo, quella che aspettava l'età dell'abbondanza, quella che doveva 'costruire l'idea comunista', quella delle promesse tristemente infrante nel cuore di milioni di gente. Una scrittura capovolta, un punto di vista microscopico e una meticolosità stacanovista rendono questo libro un piccolo capolavoro. Davvero unico.