MATRIOSKla

MATRIOSKla

lunedì 29 settembre 2014

Vita e destino - Vasilij Grossman

Finito di leggere 'Vita è destino' di Vasilij Grossman e ricordo il mio assetato amore per la letteratura. Penso a come ormai sia obsoleto questo termine 'letteratura' e forse anche il termine 'romanzo' lo è. Non trovo ad oggi qualcosa che nelle letture contemporanee sia simile ad un romanzo epocale come questo. Forse perché un tempo la letteratura era informazione, mentre oggi leggere un libro è intrattenimento. O forse semplicemente perché la storia, le ideologie, l'umanità che si narravano in passato, fino al secolo scorso, sono ormai compiute. La letteratura è ormai satura di idee, di ispirazione. Ho chiuso questo libro e ho pensato alla fatica immane di scrivere per dieci anni la storia della battaglia di Stalingrado. La fatica di darle un quadro socio culturale talmente dettagliato che spacca il capello, tanto da sentirsi catapultati nella casa dello scienziato ribelle Strum o nelle camere di tortura della Lubjanka mentre interrogano un qualsiasi Krymov. Di una profondità abissale, di una cura maniacale, di una maestria d'intreccio inenarrabile. Fotografie di un'epoca terribile. Fotografie e parole. Ecco di cosa erano fatti i romanzi che non esistono più. Una lettura monumentale. 

giovedì 18 settembre 2014

Peredelkino e Pasternak

Ci sono posti che ti aspettano per sempre. Peredelkino è un piccolo villaggio a circa venti minuti di elektricka da Mosca. Per me è lí che attende almeno dal giorno in cui nel 1991 vidi per la prima volta 'La casa Russia'. Fu quando in una scena del film i protagonisti si trovavano proprio di fianco alla tomba di Boris Pasternak, nel cimitero del villaggio, che scoprii la magia di questa sorta di santuario degli scrittori sovietici. 
La storia dell'Urss dice che uno dei privilegi dell'essere scrittore prevedesse l'assegnazione di quella che in russo si chiama 'dacia', cioè una casa di campagna. Era qui che, su consiglio di Maksim Gorkij, alcuni emeriti artisti decidevano di trasferirsi per dedicarsi alla loro arte lontano dal trambusto della città e dalle distrazioni mondane.
Pasternak visse a Peredelkino per gran parte della sua vita e proprio lì prese vita il suo romanzo premio nobel 'Il Dottor Zhivago'. Di questo suo periodo ci è rimasta anche una splendida raccolta di poesie intitolata 'Sui treni mattinali' che racconta il suo andirivieni mattutino da Peredelkino a Mosca in treno. 
Per anni ho cercato di raggiungere questo posto dove l'autore si aggirava e si riposava, godeva della quiete delle foreste e dell'incantevole candore dell'innevata boscaglia e per questo scriveva

' E spargevo per l'oscurità del bosco i miei passi scricchiolanti'

Non solo Pasternak visse e scrisse a Peredelkino, ma anche altri noti artisti come Chukosvskij e Okudghava avevano qui le loro dacie.
Dopo quel lontano 1991, dopo vent'anni dal mio primo viaggio a Mosca, quest'estate sono riuscita a trovare il momento giusto per poter andare a Peredelkino. Per un motivo o l'altro non riuscivo mai ad arrivarci. Forse era destino che una piccola parte di mondo russo mi rimanesse celata per così tanto tempo, come se tutto gli anni che ci hanno separato, adesso, velassero il significato di questa visita di qualcosa di agognato come il raggiungimento di uno stato di grazia.



















La piccola stazioncina, il passaggio a livello, la chiesetta dalle guglie colorate, il verde dei prati e poi il giallo, il silenzio e poi un ingresso, un sentiero, tanti piccoli cancelletti dove stanno chiuse lapidi e tombe. È il cimitero dove riposa Boris. La sua tomba è meta di pellegrinaggio letterario. Qui si viene 'a porgere gli omaggi al vecchio Boris' come diceva uno dei protagonisti del film, qui c'è quiete e raccoglimento. Qualcuno deposita sempre un omaggio floreale ai piedi della lapide. Io ci ho trovato addirittura una fotografia che riproduce un quadro in cui è ritratto il poeta. Di fianco ad essa ho raccolto una pietra e l'ho portata a casa con me, insieme a due foglie, una dentro l'altra come i cuori di Lara e Zhivago. Insomma da seguace o da feticista volevo portarmi via un po' della magia di questo posto.
Chissà quante volte tornando alla sua dacia, Pasternak si sarà seduto al tavolo dello studio che ho toccato all'interno della casa...chissà se avrà guardato lo stesso albero che ho guardato io fuori dalla finestra di fianco alla scrivania. Tutto è rimasto intatto, il tavolo con sopra il servizio da tè di ceramica, il letto e i suoi stivali di fianco all'armadio. Tutto rimane intatto quando sa di eterno, come l'amore che Boris Pasternak ha celebrato creando Lara e Yuri Zhivago, come le poesie intrise di amore e sofferenza del suo animo, come l'amore per un paese che ha un cuore immenso.