MATRIOSKla

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martedì 3 settembre 2013

L'ultima favola russa - Francis Spufford


Ma da dove è uscito questo libro? Intendo... Da quale mente, con quale scopo? Da quale scaffale della storia? Come si può divorare un libro di 411 pagine che tratta di società e scienza sovietica, di cibernetica e sistemi di controllo di produzione, di Gosplan e di tutto ciò che il marxismo-leninismo ha prodotto di più noioso? Eppure mi è successo. Il genio creativo di Francis Spufford ha catturato la mia attenzione e, a quanto pare anche quella di molti altri lettori (a dire delle recensioni), raccontando la macchinosa e utopistica idea socialista nell'Urss, dal dopoguerra agli anni 80. Ma ha fatto di più, ha fuso almeno tre generi letterari: il romanzo, il saggio e il manuale di storia. Ha inventato storie di uomini-tipo della Mosca, della Leningrado e della famosa Akademgarodok di Novosibirsk riproducendone fin nel minimo dettaglio, ma anche nell'estrema profondità di fattezze e modi, il pieno spirito sovietico. Leonid Vitalevic, Zoja, Galina, Emil ecc. sono tutti stereotipi della Russia perduta dello scorso secolo, quella che aspettava l'età dell'abbondanza, quella che doveva 'costruire l'idea comunista', quella delle promesse tristemente infrante nel cuore di milioni di gente. Una scrittura capovolta, un punto di vista microscopico e una meticolosità stacanovista rendono questo libro un piccolo capolavoro. Davvero unico.

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