MATRIOSKla

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venerdì 18 novembre 2011

Eyes wide shut - Stanley Kubrick

Ho guardato e riguardato questo lungo e lentissimo film perchè, ogni volta, quelle enigmatiche atmosfere kubrickiane mi inchiodano allo schermo e mi spingono ad arrovellarmi il cervello, per trovare una plausibile spiegazione a tutto ciò che accade.
C'è una domanda, in particolare, che mi tormenta. La maschera che il dottore trova sul cuscino, da dove arriva?

L'ultimo controverso capolavoro di Kubrick, uscito nel 1999 dopo la morte del grande regista, a quel che si dice,  segue per filo e per segno la trama del romanzo di Arthur Schnitzler 'Doppio sogno'.
La storia è dunque nota- Il Dr. William Harford, interpretato da Tom Cruise, in seguito alle confessioni delle fantasie sessuali della moglie Alice (Nicole Kidman), si inoltra in una farraginosa e inquietante avventura a stretto contatto con le perversioni del mondo intorno a sè e con le proprie.
Venuto a conoscenza di un 'sogno traditore' da parte della moglie, rimane ossessionato dalle visioni della moglie potenzialmente fedifraga e decide di vendicare la sua fanatasia, tuffandosi in un'esperienza segreta, che lo porterà a compromettere la propria integrità. Quasi coinvolto in un omicidio e minacciato di morte, il dottore cercherà comunque di indagare nella faccenda e dentro se stesso, dove si annidano pensieri e deisideri repressi, fino a quando confesserà alla moglie l'accaduto.

Al di là della storia, che come quasi tutte quelle di Kubrick, sono tratte da romanzi e scritti, ancora una volta la grandezza del regista sta nell'espressione. Ci sono due elementi che di Kubrick amo particolarmente; l'impressione di essere in un sogno, con tutte le sue distorsioni psico-temporali e i colori o le luci, che si insinuano nel racconto come protagonisti. 
In Eyes Wide Shut, per esempio, quando il dottore si intrufola alla festa mascherata segreta, sembra di entrare  nell'assurda dimensione onirica di un uomo ossessionato dal sesso. Le scene orgiastiche e perverse, insieme all'ipnotica musica di Jocelyn Pool che si espande sulla liturgia e le undici donne in cerchio, quasi tutte uguali nella corporatura, sembrano il sogno erotico di un qualsiasi uomo. Ma l'impossibilità a raggiungerle, la disfatta del dottore, miseramente scoperto come un intruso, esaltano l'incompiutezza del sogno. I particolari dettagliati e disinibiti, le riprese con l'estrema zoomata ci catapultano in una realtà che sembra si possa toccare con mano, anche rimanendo spettatori. Non solo in questa scena, ma anche nella nitida attenzione sui particolari delle case, delle strade, dei salotti, delle stanza, dei tappeti, delle immense librerie, ci rendono protagonisti silenziosi e 'guardoni' del sogno, trasformato in una satura e grottesca realtà che attanaglia in una suspence, volutamente singhiozzante, l'avventura del dottor Harford.
Il secondo elemento, che già avevo ritrovato in Arancia Meccanica e Shining, è quello del colore come leitmotiv. In Eyes Wide Shut, pare che la discromia ottenuta dalla presenza ingombrante delle luci fucsia degli alberi di Natale, abbia una funzione di collante. Ovunque si muova il dottore nelle 48 ore in cui si svolge il film, si ritrova, come un'allitterazione cromatica, la dozzinale presenza delle luci di Natale e tutte queste luci sembrano uguali, come se fosse un unico occhio a vederle e un'unica mente a ricordarle. Sono stucchevoli, oniriche anch'esse, sature, soffocanti. Ma sono l'inequivocabile tocco, della capacità di Kubrick, di rendere i propri film psichedelici e al contempo psicogeni. Il film di Kubrick, oltre che raccontare una storia, racconta uno stato di angoscia esistenziale, rivela la parte cerebrale che il canonico film d'intrattenimento ignora e ci lascia dimenticare.
Kubrick, come un neurochirurgo, sviscera le sinapsi della nostra mente e opera con mano ferma sulla realtà, trasformandola in visione surreale. Magnifico film, sempre magnifico Kubrick.

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