Volete vedere un Matthew Mcconaughey in una veste finalmente seria e in una parte da attore vero? Cioè non come l'avete visto finora, in quella misere parti da attorucolo da commedia americana?
Allora guardate 'The Lincoln Lawyer', un film di quest'anno diretto da Brad Furman e tratto dal romanzo dell'ottimo romanziere Michael Connelly 'Avvocato di difesa'.
Mick Haller, Mcconaughey appunto, è un avvocato che gira con tanto di autista, nella sua Lincoln nera, per le strade di una Los Angeles sempre più fosca. La sua dubbia moralità spinge i più loschi individui ad ingaggiarlo per essere difesi, finchè un giorno viene contattato da Louis Roulet, che è accusato di aver violentato e malmenato una ragazza. Avendo già avuto a che fare con un analogo caso in passato, Haller troverà la connessione tra i due atti di violenza e deciderà di procedere a difendere Roulet solo per poterlo incastrare all'ultimo, con un colpo di coda magistrale.
Sono rimasta oltremodo colpita da questo film proprio per l'interpretazione di Mcconaughey, ma soprattutto ho avuto modo di riassaporare quelle atmosfere losangeline, che sempre mi ricordano uno dei più bei film della storia ambientati nella turpe e maledetta Los Angeles, cioè 'Collateral'.
Anche in questa pellicola ho ritrovato il giallo delle pepite d'oro del west americano, sparpagliato nei foschi cieli incollati a ridosso del deserto californiano, il rosso sanguigno della malcelata e sedicente violenza di una città quasi sempre sul confine tra l'indecenza e l'ingiustizia, il grigio dell'asfalto e delle freeway che hanno colonizzato il dorso di questa civiltà ibrida e poi c'è quel non-colore dei contorni sfumati, del sapore dell'aria sudaticcia e obnubilante che si insinua nei vicoli, nei sobborghi e nello sky-line di questa controversa e contesa città. Una città contesa da differenti etnie, da differenti estrazioni sociali, da un business potentissimo e uno ai limiti della legalità, da un clima mite e un caldo micidiale, da un antico avamposto fiorito e rigoglioso, alla pericolante appendice di una terra che si stacca, ogni giorno di più, dal corpo della propria madre.
Un bel film, dunque anche per le atmosfere, oltre che per una trama piuttosto originale e tortuosa.
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