MATRIOSKla

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sabato 12 novembre 2011

Smashing Pumpkins - Adore

Nonostante non abbia inserito questo disco nella classifica dei dieci dischi che hanno influenzato la mia vita, come per molti altri, gli renderò giustizia dedicandogli un intero post.
Si tratta di un disco del quale conservo un ricordo piuttosto controverso. Quando 'Adore' uscì nel 1998, si parlò subito di 'delusione'. Questo perchè gli Smashing Pumpkins, fino ad allora, erano conosciuti come una band hard rock e perchè Adore aveva l'ingrato compito di seguire il precedente disco e capolavoro 'Mellon Collie and the Infinite Sadness'. Nonostante io abbia adorato quest'ultimo, non ho potuto evitare di lasciarmi travolgere da Adore e dalle sue inaspettate atmosfere, per i canoni degli Smashing.

Se Mellon Collie era un disco rabbioso, pesante, ribelle tanto da rasentare la perdizione di se stessi, Adore è un disco oscuro, cupo e velatamente malinconico. Adore è la sintesi del classico e maledetto connubio 'amore e morte', già magnificamente rappresentato dalla donna in copertina; ovviamente una copertina nera. Un disco lungo e sofferto, che segue quasi un unico filo conduttore: il dolore.
La prima canzone 'To Sheila' è quella che trovo più avulsa dal resto. Nonostante abbia un'intima sonorità davvero raffinata, si discosta da tutto e mi ricorda piuttosto una sorta di intro, ma soprattutto la metrica e le liriche sofisticate mi ricordano più una poesia e quanto sia talentuoso Billy Corgan nello scrivere i testi delle sue canzoni.
'Ava Adore' è un piccolo capolavoro rock. Un misto tra l'amore morboso e il masochismo, una rabbiosa dedica ad un amore macabro, bruciante, distruttivo. La carica di questo pezzo richiama i brani di Mellon Collie, rammenta quanto siano stati grandi i fasti dell'era hard rock della band; un po' come svelare un segreto, aprire per un attimo uno scrigno e mostrare come sia facile per Corgan creare una potentissima hit. Questa è la canzone del disco alla quale non riesco mai a rinunciare, non mi stanca mai, non riesco mai a saltarla, mi trascina, mi esplode in corpo come una bomba.
Quel passo che fa:

                        'and I'll pull your crooked teeth
                        you'll be perfect just like me
                        you'll be a lover in my bed
                        and a gun to my head'

racchiude alcuni dei versi più dirompenti del rock anni 90 e non si può dimeticare nemmeno il video, in cui un Corgan in versione Nosferatu, lacrima sangue da un paio di occhi pesti perfettamente intonati alla sua scura veste e al pallore mortale della sua pelle.
Se 'Ava Adore' è il culmine del suono, dove le chitarre spaccano gli argini dell'indifferenza, 'Perfect' credo che  sia proprio il suo opposto. Nonostante sia stata una hit da radio, passata e ripassata, è forse una delle canzoni che trovo meno interessanti e più distanti in assoluto da ciò che è la mia idea di Smashing Pumpkins.
Con 'Daphe descends', proprio come annuncia il titolo, si comincia a scendere, a calarsi nell'atmosfera intima, ombrosa e nera del dolore e della rabbia di Corgan, una delle tante canzoni d'amore del disco. Mentre la successiva 'Once upon a time', liberamente ispirata alla madre scomparsa in quel periodo, fa riaffiorare i rimorsi del cantautore nei confronti della vita, anche se la musica che Corgan ha messo sopra quelle parole sembra velatamente country. Così come lo è 'The tale of dusty and Pistol Pete'. Nel cuore del disco si collocano 'Tear', una struggente storia di morte e 'Crestfallen', una straziante storia d'amore respinto e con loro si compie il connubio.
Dopo l'inframezzo confusionario di 'Appels +Oranjes', arriva 'Pug', il cui inizio incalzante e spaventoso, accompagnato da chitarre stridenti mi riporta la forza dell'hard rock più cupo di 'Ava adore' e me la fa apparire come un suo gemello zombie.
La parte conclusiva del disco raggiunge apici di tristezza, pessimismo e di profondi abissi del dolore che sento risalire dalle corde vocali di Billy soprattutto in 'Annie-Dog' e in 'Behold!The Nightmare'.
Un lavoro post-capolavoro, che sembra una sorta di giudizio universale per gli Smashing Pumpkins, che da quel punto in avanti subiranno più critiche negative, che apprezzamenti. Io non ci ho mai fatto caso alle critiche, finchè i testi di Corgan saranno così intensi, così sofferti e finchè la sua rabbia, grazie a quella strana magia dell'inchiostro invisibile, si trasformerà in musica, non smetterò di ascoltarli.

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