Si chiama 1Q84 e ovviamente ricorda il suo gemello più famoso: il monolitico e Orwelliano 1984, mito indiscusso dell'era post-moderna, che creò il concetto di grande fratello. Quello vero, quello reale, quello sociale, però, e non quello dei reality show.
Quella Q del titolo di Murakami, se pronunciata nella lingua originale, rievoca per assonanza linguistica il modo in cui si dice il numero 9 in giapponese, che, combinazione è anche uguale alla pronuncia inglese della lettera 'Q' (kyuu). Ma alcuni critici hanno già intravisto in quella, anche il simbolo della Q di 'question', cioè di domanda. Il grande interrogativo, il punto di domanda.
A quello che ho già letto in rete, l'edizione italiana uscita nelle librerie l'8 novembre scorso, raccoglie il primo e il secondo volume dei tre già scritti e pubblicati in Giappone. 1Q84 è andato a ruba nel suo paese e negli Stati Uniti e si prevede il solito enorme successo di pubblico anche qui in Italia.
La storia non ve la racconto, anch'io l'ho leggiucchiata a malapena qui e là su alcuni siti, ma non voglio sapere molto. Voglio solo andare a comprarlo, lasciarlo sedimentare un po' nella mia libreria, aspettare che la curiosità mi abbia totalmente divorato e poi cedere come una donnicciola qualunque al fascino irresistibile di quel primo momento in cui si apre il libro, si sfiorano le pagine, che odorano di nuovo e iniziare a leggere, come se sotto ogni parole vi sia la trama di un'altra.
Un po' come di solito fa lo stesso Murakami, che ci fa intravedere da una piccola finestra la realtà e poi al di qua di questa finestra, tra noi ed essa ci fa percorrere infiniti spazi, infinite altre realtà parallele, nuove prospettive e interpretazioni. Starò a vedere, questa volta, quali sono quelle dei due protagonisti Aomame e Tengo catapultati all'indietro nel fatidico 1984.
A quello che ho già letto in rete, l'edizione italiana uscita nelle librerie l'8 novembre scorso, raccoglie il primo e il secondo volume dei tre già scritti e pubblicati in Giappone. 1Q84 è andato a ruba nel suo paese e negli Stati Uniti e si prevede il solito enorme successo di pubblico anche qui in Italia.
La storia non ve la racconto, anch'io l'ho leggiucchiata a malapena qui e là su alcuni siti, ma non voglio sapere molto. Voglio solo andare a comprarlo, lasciarlo sedimentare un po' nella mia libreria, aspettare che la curiosità mi abbia totalmente divorato e poi cedere come una donnicciola qualunque al fascino irresistibile di quel primo momento in cui si apre il libro, si sfiorano le pagine, che odorano di nuovo e iniziare a leggere, come se sotto ogni parole vi sia la trama di un'altra.
Un po' come di solito fa lo stesso Murakami, che ci fa intravedere da una piccola finestra la realtà e poi al di qua di questa finestra, tra noi ed essa ci fa percorrere infiniti spazi, infinite altre realtà parallele, nuove prospettive e interpretazioni. Starò a vedere, questa volta, quali sono quelle dei due protagonisti Aomame e Tengo catapultati all'indietro nel fatidico 1984.
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