MATRIOSKla

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mercoledì 17 luglio 2013

Le domande di Brian - D. Nicholls

Letto in due giorni, che condensando il tempo effettivo, si potrebbe ridurre a sei ore. Talvolta leggo libri a caso e ringrazio che esistano ancora le biblioteche pubbliche, dove si possono prendere a prestito i volumi dei quali non se ne desidera il possesso o si è scettici a riguardo. Perchè 'Le domande di Brian', scritto frettolosamente, letto come la sceneggiatura di un filmetto da adolescenti e di una inspiegabile pretenziositá, non mi ha detto proprio niente.
La quarta di copertina invocava rimandi al 'Giovane Holden' e ad 'Alta fedeltà'. Niente, assolutamente niente di tutto quello, soprattutto le profondità. Brian, il protagonista, rimane un mostriciattolo, brufoloso e bidimensionale. Non esiste un'introspezione psicologica, né l'afflato poetico che di solito aleggia sulla malinconica disperazione adolescenziale. Non esiste una buona collocazione geografica. Dovremmo essere in Inghilterra più o meno nei pressi di Manchester, ma da quel che traspare potrebbe anche essere Sidney o Vancouver o Seattle. E dove sarebbe l'atmosfera degli anni 80, che era la principale motivazione per aver preso a prestito il libro? Qualche accenno a canzoni trite e ritrite e un'ossessione inspiegata per Kate Bush, che di certo non è la prima star che mi viene in mente quando penso agli anni 80. No, no, non ci siamo come romanzo di debutto. Di solito un debutto su questi temi dovrebbe l'impatto di uno schianto contro un muro e invece a mala pena mi si muoveva lo stiff upper lip, per abbozzare un sardonico sorriso all'inglese. Bocciato, David. Pecchi di superficialità.

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