MATRIOSKla

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giovedì 6 febbraio 2014

Please - Pet Shop Boys

Un disco sottovalutato. Per anni, persino da me. Poi giorni fa, l'ho ripreso virtualmente in mano e ho pensato che tutto quello che si è sempre detto di brutto sulla musica pop anni 80, questo disco lo contraddice.
Innanzi tutto è un disco 'sopravvissuto'. Sopravvissuto al tempo. La sua pubblicazione risale al 1986. Dopo 28 anni, canzoni come 'West End Girls', 'Suburbia' e 'Opportunities' sono diventati dei classiconi e quando passano in radio li si riascolta con la oliata malinconia dei tempi andati. Ma oltre a questi brani, proprio di recente ascoltando, molto più attentamente di un tempo, anche le altre canzoni dell'album ho avuto la piacevole sensazione di riscoprire il sound anni 80, la stupenda dote lirica dei Boys e soprattutto il loro crederci. Credere di essere davvero destinati a diventare giganti del pop, ad entrare nel mito. In realtà, 'Please', di cui oggi mediamente chiunque si befferebbe, contiene già tutto il talento di una band giudicata in modo superficiale, perchè molto al passo con i tempi di allora, opulenti e consumisti. 
Dance, ragionato, rap, romantico, loquace e sempre, ovviamente molto londinese, 'Please' è un disco seminale. Ricco di premesse così interessanti che canzoni come 'Tonight is forever', 'Violence' e 'Later tonight' sono tutti brani ancora da scoprire e indagare, dopo quasi trentanni di dimenticata abitazione dei neri solchi del vinile.
Insomma, talvolta riprendere in mano vecchi dischi vuol dire andare a recuperare un po' di ricordi, ma anche qualche piacevole dettaglio, trascurato o perso lungo la strada, che oggi, percepito con animo diverso, può regalarci belle sorprese.
Una particolarità sul titolo....I Pet Shop Boys decisero di chiamare l'album 'Please', immaginando i ragazzi che sarebbero entrati in un negozio a comprare il loro disco e che al commesso avrebbero chiesto:' Pet Shop Boys, please?'. Da allora, questo disco d'esordio, sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di successivi, il cui titolo, come una sorta di vezzo, sarebbe stato costituito sempre e solo da un'unica parola.

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