MATRIOSKla

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martedì 4 febbraio 2014

Ritratti in Jazz - H. Murakami


Che cosa non si sarebbe disposti a leggere purchè sia qualcosa uscito dalla mente di un proprio idolo? Io, per esempio, sono disposta a sorbirmi qualsiasi cosa, pur di leggere ogni minimo stralcio di Murakami. Come evidente riprova del fatto che l'astinenza dal mio autore contemporaneo preferito ha potere su ogni cosa, sono stata disposta anche a leggere qualcosa di suo che non è un romanzo. Non che, in effetti, mi sia costata così tanta fatica o che abbia avuto alcuna titubanza, anzi. Forse il fatto che 'Ritratti in jazz' non sia un romanzo mi lasciava solo il semplice dispiacere di non avere pagine e pagine di fiction da poter divorare. L'argomento trattato nel libro, la musica Jazz, mi ha sorpreso fino a un certo punto.

 Sapevo già molto bene che il maestro ha una forte passione per questo genere musicale e sapevo anche che possiede una vastissima collezione di vinili di tanti musicisti jazz. Mi ha sorpreso, piuttosto, che 'Murakami l'impenetrabile' si sia aperto su un tema così soggettivo. Lui, solitamente così schivo, si è lasciato andare a intime rivelazioni sulle emozioni suscitate in lui dalla musica, fin da quando era un giovane studente. Lo ha fatto descrivendo brevemente i suoi idoli musicali da un punto di vista sempre diverso e casuale. Forse, sta proprio in questo la godibilità del libro; non si sa mai che cosa dirà l'autore del prossimo musicista. Me lo vedo Murakami...che dopo una giornata di scrittura e di joggin, si siede in poltrona, mette sul giradischi uno dei suoi innumerevoli vinili, alza il volume delle sue casse ormai datate, ma dalle quali - come lui stesso confessa nel libro - non riesce più separarsi, perchè altrimenti il ricordo della musica cambierebbe e mentre si gusta il suo bicchiere di whisky, piano piano si assopisce e comincia a sognare. Sornione. Come un gatto.

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