MATRIOSKla

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sabato 18 ottobre 2014

Syrniki in forma di anniversario

Ieri 17 ottobre era una data speciale. Quattordici anni fa mi preparavo a partire per un lungo soggiorno a Mosca, che doveva durare un mese e poi ne durò ben quattro. Di tanto in tanto, mi ricordo di quel giorno e mi metto a 'celebrare' la partenza. Mi piace ricordare l'autunno moscovita, ancora mite e carico dei profumi e dei presagi dell'inverno. Questa volta l'ho fatto preparando i syrniki, dei dolci russi simili a frittelline grandi come una moneta d'oro. Il loro nome prende origine dalla parola russa syr che significa formaggio. Ho cercato in rete qualche ricetta 'rinnovata', come spesso capita di apostrofare tutto quello che di russo ha appartenuto al periodo sovietico e che si vuole riadattare ai gusti e ai tempi moderni. Poche sono le ricette che propongono la preparazione dei syrniki con il vero formaggio russo. Forse perchè non è facile da trovare. Si chiama tvorog. Io l'ho comprato in un negozio russo di Milano. In alternativa, le comuni ricette prevedono l'uso della ricotta.
La parola tvorog in russo significa 'cagliata' e da qui il nome del formaggio stesso. La sua origine e il suo utilizzo nella storia russa sono antichissimi e quasi sconosciuti. Si dice che già nell'antica Rus' si preparasse e producesse questo formaggio e, che sia ricchi che poveri, ne consumassero abitualmente. I governatorati di Jaroslav e Rjazan nel I secolo d.c. furono i migliori produttori di questo formaggio. Come Vladimir Dal, famoso linguista, sottolinea nel suo monumentale dizionario ragionato della lingua russa, la parola trae origine dal verbo russo tvorit che signifa 'creare', 'produrre'. Ancora oggi, nonostante la natura del prodotto sia uguale a quella dei più comuni latticini e formaggi, in russo si usa chiamarlo tvorog e non semplicemnte formaggio, per distinguerne la particolarità e la peculiare lavorazione. E' così che sono nati nella tradizone della cucina russa questi 'antichi' dolci, con un sapore acidulo e intenso, addolcito dallo zucchero e dalle uova. La cucina russa ha una sorta di predilezione per quel retrogusto di acidità che certi piatti tipici portano con sè. Basti pensare all'uso della panna acida, o smetana, su tutte le zuppe più famose o il kefir simile al nostro yogurt magro, ma con un sapore molto, molto più 'sincero'.

Ingredienti

350 gr Tvorog o ricotta
4 tuorli d'uovo
75 gr di farina
40 gr di zucchero
Una presa di sale
Burro fuso

Preparazione

Versare in un recipiente il tvorog (oppure la ricotta ben sgocciolata) e aggiungere ad uno ad uno i tuorli d'uovo. Sempre mescolando, unire la farina, il pizzico di sale e lo zucchero e continuare a rimestare fino a raggiungere un impasto amalgamato e solido.  Di questo impasto, farne 3/4 palle da stendere su della carta forno leggermente infarinata. Creare poi dei piccoli cilindri lunghi almeno otto centimentri e di uno spessore di due. Lasciarli avvolti nella carta forno e metterli a refrigerare per 40 minuti circa.
Una volta compatti, tagliare dei piccoli pezzi dai cilindri e lavorarli per farli diventare rotondi, mantenendo lo spessore di due centimetri. Una volta pronti, friggere in padella con burro fuso e adagiare su carta assorbente.



1 commento:

  1. Uhm che bontà! In apparenza sembravano salati. Spero che ne sia rimasto qualcuno da condividere con i tuoi amici di Due Uova in Camicia!!! ;-)

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