MATRIOSKla

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mercoledì 5 ottobre 2011

Tracy Chapman - New Beginning

Su youtube ho trovato un'intervista di Tracy Chapman, di qualche anno fa, relativa a un album che comprai, appena uscito, nel 1995. Si tratta di 'New Beginning', che in questi mesi sto riascoltando o forse, dovrei dire, che sto davvero capendo nonostante siano passati 16 anni da quando lo acquistai.
Nell'intervista Tracy sottolinea il fatto che, il titolo di quest'album doveva ricordare come sia possibile per tutti avere una possibilità di ricominciare un capitolo della propria vita, in qualsiasi momento sia necessario. 'Il nuovo inizio' per Tracy coincide con un disco molto più maturo, elaborato, lungo e pieno di successi creati con un nuovo spirito e uno stile molto più lungimirante.
Ricordo che la prima canzone che mi colpì fu 'Smoke and Ashes'. Mi piaceva il sound arioso, così raffinato e fluttuante, il suo cambio di tempo verso la fine del brano. Ancora oggi mi piace per lo stesso motivo, dunque una canzone che regge molto bene il tempo. Forse quando avevo 19 anni e ascoltavo la title track non mi piaceva molto il ritmo reggae, così monotono e ripetitivo, ma oggi capisco il richiamo dei suoni giamaicani e africani che sicuramente interessavano questa artista afro-americana.
Ma il vero successo di questo disco, che ancora viene citato come uno dei principali successi della carriera di Tracy fu 'Give me one reason', un brano blues meraviglioso, di cui solo oggi apprezzo a pieno la maestria, il ritmo, l'energia. Ai tempi non capivo il fascino della musica blues, preferivo di gran lunga perdermi nei brani più malinconici, leggere i lunghi testi di 'Remember the tinman', che è una delle canzoni più ferocemente tristi della storia; ma di una tristezza non banale, non data in precedenza, una poesia da inserire nelle antologie della letteratura.
'The Promise' è altrettanto struggente, ma di uno struggimento dolcissimo, quasi rassomigliante ad una ninna nanna. 'At this point in my life' mi porta dritta al cuore di questa voce meravigliosa e, come 'Cold feet', mi trascina in una dimensione quasi extra corporea: io non sono quasi più io, ma sono un cielo immenso, sopra una immensa distesa di un qualche pianeta in fiore. Ecco, perdonatemi il momento lirico, ma la Chapman mi fa quest'effetto con la sua musica e la sua voce soul.
Uno dei migliori dischi che nella mia incosciente adolescenza ho acquistato e che nella mia età matura sto continuando ad amare, sto scoprendo, come se quel disco lo avessi comprato oggi.

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