MATRIOSKla

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mercoledì 23 novembre 2011

Nirvana - Nevermind

A proposito di anni 90, che pochi post fa ho tirato in ballo quando parlavo di Smashing Pumpkins, vorrei dire la mia su IL disco simbolo di quel decennio. Simbolo poichè la stampa musicale lo ha assurto a ciò, all'unanimità, e ne ha celebrato, insieme al mito di Kurt Cobain, ancor più che in vita, post mortem tutta la sua spropositata grandezza. Ovviamente parlo di 'Nevermind'.
Nonostante sia stata adolescente in pieno decennio anni 90, non ho vissuto il fascino dei Nirvana. Ricordo appena le loro canzoni più famose passare alla radio, ricordo che alcuni ragazzi del mio liceo indossavano la maglietta che riproduceva la copertina del bimbo arrapato - per giunta disgustoso- che tenta di acchiappare il dollaro americano. Ricordo benissimo il pullover infeltrito e le camicie a scacchi della moda grunge, ma non ricordo che Cobain fosse così tanto amato quando era ancora vivo. Come sempre la morte azzera le malefatte di ognuno, chicchessia. 
Lo so, sarò dissacratoria, ma io vivevo piuttosto il mio personale idillio con band un pochino più sofisticate come i Rem e ancora ci si poteva permettere di amare gli U2, che avevano tirato fuori niente po' po' di meno che 'Achtung Baby'. Non ho nemmeno mai comprato 'Nevermind' o neppure ci sono andata vicina, fino a molti anni dopo, diciamo agli inizi degli anni zero.
Insomma, lo confesso, non ho mai capito la grandezza di quell'album. Ancora adesso, ogni volta che lo metto su, mi riprometto di impegnarmi nell'ascolto e di rileggere le parole disperate di Cobain. Lo faccio, lo rifaccio, lo ascolto e lo riascolto cercando di capirlo, cercando di trovare quella magia così tanto osannata dalla critica musicale. Ma sempre mi chiedo: 'perchè mi dimentico che esista?'. Se non lo ascolto per un po', magari poi mi  va di rifarlo, ma manca sempre quel qualcosa, quell'alchimia, quel click di quando il tuo orecchio musicale si incastra perfettamente con il cuore e senti che tu avresti voluto dire esattamente quelle stesse cose che ha detto un cantante che ami.
Intendiamoci, le canzoni sono stupende, lo stile era e rimane unico, il genere pure. Ci sono hit ineguagliabili come 'Smell like teen spirit', 'Come as you are', 'Lithium', 'Breed' e ci sono canzoni di pura qualità come 'Polly', 'Something in the way', 'Lounge Act'. Insomma, ogni canzone è un singolo successo. Un vero capolavoro, eppure c'è sempre qualcosa che manca e penso che oggi, mentre in macchina l'ho riascoltato per l'ennesima volta, ho capito cosa c'è che non. Il rumore.
La musica dei Nirvana è rumore, un rumore che soffoca, che soffoca le parole stesse di Kurt Cobain. Forse era voluto o forse addirittura intrinseco, fisiologico all'arte del biondo cantante rock più triste della storia. Peccato, perchè la capacità lirica di quest'uomo, di questo ennesimo maledetto del rock è davvero buona. Forse quella musica era già un suicidio per lui, una morte per annegamento, un annegare in un mare di rumore e di urla, che lo hanno fatto rimanere un ragazzino di 27 anni per sempre.
Mi dolgo davvero molto di non riuscire a far mia la musica del decennio che ha segnato in modo vetriolico la mia adolescenza, eppure spero che un giorno di questi, rimettendo su quel disco riuscirò a sentire meglio la voce di Cobain, a rischiararmi un po' le idee, a cadere colpita dalla folgore di questo mito del rock, che sono ormai da tempo i Nirvana.

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