MATRIOSKla

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martedì 30 agosto 2011

Sade in concerto a Chicago - sabato 6 agosto 2011

Sabato 6 agosto mi trovavo a Chicago. Nonostante la magniloquente organizzazione americana fosse tutta concentrata ad accogliere uno dei festival musicali più noti del pianeta come il Lollapalooza Festival, io avevo già acquistato il biglietto per un concerto alla United Center Arena, che prevedeva l'arrivo di Sade. 
Entrare nel United Center, che di solito ospita le partite casalinghe dei Chicago Bulls e dei Blackhawks era già di per sè un'esperienza.

Lo spettacolo inizia alle 19.30 e mentre sono all'ingresso dello stadio sono attratta dal look del pubblico, prevalentemente afroamericano, che si è presentato all'appuntamento vestito in pompa. Tutti sembravano invitati a un matrimonio: completi chiari in contrasto con la pelle scura, cravatta sgargiante per gli uomini, tacchi alti e vestito variopinto con tanto di appariscenti accessori per le donne.
Certo non era il clima da concerto rock, ma piuttosto quello di una rilassante serata galante, che avrebbe offerto musica di qualità.
Nonostante il 'passo' alla birra Bud Light per dieci dollari a bottiglia, mi sono intrattenuta per buona parte della performance di sostegno di John Legend, con Pepsi e popcorn ben imburrati.
Come spesso mi capita quando mi trovo negli Stati Uniti, tutto sembra semplice. Si fa vedere un biglietto, nessuno spinge o sbraita, si cerca la fila contrassegnata del proprio posto, si cammina lungo il perimetro dell'interno dello stadio, che sembra lucido come l'ingresso di un condominio residenziale di lusso e ci si accomoda senza stress sulla propria poltrona.
Ecco davanti a me il campo dello United Center che di solito vedo gremito di gente, raccolta attorno ad un rettangolo giallo pieno di giganti della pallacanestro al galoppo come matti, mentre fuori immagino che imperversi il gelido vento di Chicago. Dal soffitto pendono le bandiere che ricordano i successi più importanti delle squadre di casa. Più oltre il palco.

Con una versione personalizzata di 'Rolling in the deep' di Adele, inizia a cantare John Legend, che da lontano mi ricorda una versione odierna di Lionel Richie, sia nello stile che nel tipo di musica. Un ottimo éntree per scaldare gli animi e per invogliare la gente a ballare, come la simpatica signora di colore seduta due poltrone più in là da me, che in una trance ipnotica, tiene il ritmo mimando il gesto di mescolare il minestrone con due mani ai bordi di un immenso pentolone.
La gente è in fermento, nonostante John si dia da fare, sono tutti tesi per l'arrivo dell'ospite d'onore, che si fa attendere fino alle 21.15.

Come da mio pronostico, si comincia con uno dei più recenti successi Soldier of love, bella hit elettro-dance dal ritmo incalzante, tratta dall'ultimo disco omonimo del 2010. Dopo la prima performance la Signora Helena Sade Adu, saluta il pubblico con la sua caratteristica voce conturbante e dannatamente sexy intonando un passo famosissimo della sua Smooth Operator...'coast to coast LA to Chicago', ovviamente per rendere omaggio alla città ospitante.
Ancora in splendida forma fisica e carica di un fascino tipicamente esotico, con una coda di capelli corvini lunghissimi e avvolta da una mise rigorosamente attillata e nera, inizia a cantare i suoi vecchi e nuovi successi. Tra questi ultimi la malinconica Bring me home e le ultime hit del Greatest Hits uscito pochi mesi fa, tra cui Love found.
Dei classici successi nessuno manca all'appello: Smooth Operator, Your love is king ammaliante dal vivo come nell'originale, la notturna Jezebel, la ballabile The sweetest taboo e Is it a crime?, la super romantica No ordinary love   e ancora Kiss of life e Cheerish the day. Immancabile ovviamente By my side quasi in chiusura.
Due ore di concerto da godere tutte fino in fondo, qualcuno sugli spalti è addirittura rimasto in piedi tutto il tempo a ballare come un matto - neanche fosse musica punk - completamente fuori tempo persino sulle delicate note di No ordinary love. Davvero bizzarro e divertente data la dolce età over 50 del curioso ballerino.

Uno show privo di momenti discendenti, giostrato con sicurezza ed esperienza da Sade, sinuosa come i melliflui passaggi di sax, che sempre costituisce la perla della musica di questa grande cantante ormai nell'olimpo.
Chicago è stata indimenticabile anche per questo concerto.


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