MATRIOSKla

MATRIOSKla

mercoledì 18 gennaio 2012

E.T. un mito degli anni 80

Credo di essere stata l'ultima persona al mondo nata negli anni settanta ad essere arrivata al 2012 senza aver visto mai una volta il film, ormai cult, di Steven Spielberg E.T. Confesso che tutte le volte che mi chiedevano se l'avessi visto, mi vergognavo un po' nel rispondere che non ne avevo ancor avuto modo.
Ma le vacanze di Natale scorse sono servite anche a questo, a dedicarmi a cose che si lasciano sempre indietro perchè non si ha mai abbastanza tempo per dedicarvisi.
Finalmente non avevo più scuse, qualche settimana fa mi sono seduta sul divano e mi sono gustata questo intramontabile film per ragazzi e adulti, che ha letteralmente segnato un'epoca.
Sì, perchè ormai è sempre più raro trovare dei film in cui ritrovi anche i miti della tua infanzia. Al di là della tenerissima e commovente storia dell'alieno abbandonato sulla terra, nostalgico di casa, che tutti ormai da trentanni conoscono, mi ero dimenticata di come fossero pregni di 'americanità' i nostri sogni di ragazzini. Per esempio, mi ricordo lo sbavare davanti a quelle case americane a due piani, con le camere dei ragazzi con i letti a castello o sopraelevati e il guardaroba grande la metà della stanza, nel quale nascondersi. I muri erano sempre tappezzati di poster di film famosi e sportivi e, soprattutto, le porte si aprivano e chiudevano senza indugio, come quelle delle camere degli hotel.
Ecco da dove mi era arrivato il desiderio di avere una bicicletta Bmx! Gli amici di Elliott cavalcano delle fiammanti e supereroiche Bmx che riuscivano a volare fino in cielo e scorrazzavano per le strade di una Los Angeles da cartolina. Anche la città era già un mito, specie per la mia generazione, che ha vissuto i fasti degli anni 80 e ha emulato e osannato le icone americane che si facevano largo in quel decennio. C'era il mito del frigorifero d'acciaio gigante e dei cartoni del latte formato famiglia, dei telefoni appesi al muro della cucina con il filo che arrivava fino in soggiorno e la vestaglia da camera a quadri, che lo stesso E.T. buffo e ubriaco indossa. Ma c'era anche quella festa, per noi allora sconosciuta, come Halloween durante al quale ci si travestiva come a carnevale e il pallone da football americano, il guantone da baseball. Insomma, si guardavano i film per ragazzi anche per vedere tutti questi begli ammennicoli che da noi arrivavano a stento. Solo molto tempo dopo, l'America ha in iniziato a esportare talmente tanta porcheria da non poterne più e abbiamo cominciato a snobbarla.
Ma almeno il cinema americano alla Spielberg qualche bel ricordo ce l'ha pure lasciato, così come l'infanzia ci lascia tenera e idealizzata ogni immagine solo perchè lontana, solo perchè riposta in quel pertugio ovattato e resistente agli urti, che era la nostra innocenza. 
Anche E.T. era ed è un film innocente. Per questo, ha superato il suo tempo e lo ha lasciato immobile e intoccabile, per questo, è impossibile non commuoversi davanti a quel 'Hooooomee....Phooooneee', che il povero 'nanupede' E.T. impara a dire in una lingua a lui sconosciuta per esprimere la sua nostalgia.
Chissà se poi E.T. è arrivato sano e salvo a casa...

1 commento: