MATRIOSKla

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giovedì 22 novembre 2012

La Cina secondo Murakami

C'è un elefante, ma poi a un certo punto non c'è più e allora Haruki Murakami decide di farci un racconto e questo racconto finisce in una raccolta che si chiama 'L'elefante scomparso'.
Ma oltre all'elefante ci sono un nano ballerino, canguri e mostriciattoli verdi...ma non si parla di animali. Qui si parla di pensieri, di poteri soprasensibili e soprattutto di visioni. Il racconto è sicuramente quel ricettacolo interiore nel quale Murakami, di solito, riversa tutta la sua vena surreale. Dunque è inutile, talvolta, trovare un nesso tra l'inizio e la fine di un racconto. Talvolta, gli amici ai quali ho consigliato di leggere questa raccolta, mi chiedono che cosa vi trovi in queste letture. Per alcuni di loro trovare un senso alla narrazione è impossibile. Io rispondo che non sempre importano la storia o il suo sviluppo. Talvolta importa solo come ci sentiamo dopo aver condiviso certi bizzarri e insoliti pensieri. Quando scopro che certi pensieri non sono solo miei, mi 'accontento', e per me diventa un lusso, del piacere di vederli scritti proprio come avrei voluto fare io. Per esempio quando ho letto questo passo, per un attimo, ho pensato di avere il signor Murakami appollaiato nella mia mente.


da 'Una lenta nave per la Cina'

'...La Cina.
Ho letto un sacco di libri sulla Cina. Dagli Annali a La stella rossa cinese. Eppure la mia Cina esiste soltanto per me. In altre parole è me stesso. Come esistono soltanto per me New York, Pietroburgo, la Terra e l'Universo. La Cina gialla che occupa un'estesa superficie della Terra. Non credo che visiterò mai quel paese. Quella non è la mia Cina. Come non andrò a New York o a Leningrado. Non sono posti per me. Il mio vagabondare si svolge nella metropolitana o sul sedile posteriore di un taxi. Le mie avventure hanno luogo nella sala d'aspetto di un dentista o allo sportello di una banca. Non posso andare da nessuna parte, e non ci vado.
Tokyo.
Poi un giorno, in un vagone della linea Yamanote, persino questa città di Tokyo ha incominciato a perdere la sua realtà...Proprio così, questo non è un posto per me. Prima o poi le parole si esauriranno, i sogni si infrangeranno. Come se quell'adolescenza confusa che sembrava dover durare per sempre si fosse dileguata...'

1 commento:

  1. Io mi sono appena avvicinata a Murakami e ora sto proprio leggendo questi racconti. All'inizio un po' "spaesata", perchè di un libro mi è sempre piaciuto affezionarmi ai personaggi, e qui essendo racconti, partivo un po' prevenuta...poi...ho visto esattamente quello che descrivi tu in questo post!

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