MATRIOSKla

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giovedì 29 novembre 2012

Lana del Rey languida come una diva...

Sono mesi che ho adocchiato questa bellona da copertina...Lana del Rey, americana di NYC. La classica fotomodella tutta gambe, che mi aveva colpito per la sua voce premeditatamente languida e una propensione al sound onirico, nonché a catastrofici temi pseudo-esistenziali trattati nelle sue canzoni. Già con 'Video games' mi aveva colpito. Mi era piaciuto il video un po' retrò e quel ritmo biascicato-ossessivo-rassegnato, insieme a quello sguardo da una che si è appena bevuta una bella birretta prima di cantare. Tra l'altro non sono andata molto lontana, quando ho scoperto che questa bella tipetta ha avuto i suoi problemi con ciò che lei stessa ha definito 'il suo primo amore', cioè l'alcol. Ma proprio nelle profonde molecole alcoliche dello spirito, talvolta, si nascondono portentose ispirazioni, combinazioni esplosive di disinibizione e talento. Oltre a quello, ci vuole spesso un bel po' di coraggio per cantare canzoni apparentemente tristi e malinconiche in un'era come la nostra, che fa di tutto per nascondere i mali dell'anima, che ci ricordano la nostalgia. Infatti definirei nostalgico il sound di Lana del Rey nel disco 'Born to die'. Nel disco uscito come 'Paradise Edition' il 12 novembre scorso, oltre a 'Video games' trovo molto belle 'Born to die', 'Blue Jeans' ma soprattutto 'Summertime sadness'. Un disco da ascolto immediato se si possiede la giusta sensibilità. Spero solo che regga il peso del tempo e che queste belle ispirazioni non sfumino al tentativo successivo.
Scavando nel genere dell'alternative hip-hop e indie pop ogni tanto qualche bella sorpresa ancora si trova, bisogna solo avere molto orecchio e tanta fiducia. Aggiungo un'ultima cosa che poco c'entra con la realtà, ma che appartiene solo alla mia percezione, alcune espressioni ed atteggiamenti del suo modo di cantare mi ricordano Amy Winehouse, anche se con la voce siamo su pianeti opposti.

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