MATRIOSKla

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giovedì 28 luglio 2011

Chicago O'Hare International Airport e il fascino degli aeroporti

Adoro gli aeroporti. Adoro gli spazi immensi che non appartengono a nessuno, la promessa di un luogo che è il crocevia e insieme il trampolino verso un volo che ti porterà in un paese sconosciuto. Adoro l'aria di plastica che emana dagli aspiratori. Adoro la solitudine nel caos. L'isolamento.
Adoro il brulicare della gente che trascina il proprio bagaglio colorato e tiene stretto fra le proprie mani passaporti sui quali si leggono, o non si leggono, i nomi in lingua originale dei paesi di provenienza. E' affascinante immaginare un enorme amplificatore mentale dei pensieri attraverso il quale ascoltare all'unisono tutte le lingue del mondo, provenienti da tutte quelle teste in cammino.
E' affascinante osservare le divise scintillanti delle più svariate compagnie aeree, le loro procedure di check-in e imbarco, ricordare le sigle delle città di destinazione, leggere i nomi delle capitali o delle principali località del mondo.
E' quasi surreale pensare che l'aeroporto non abbia una vera origine, un'identità; è una terra di nessuno. E' un posto di transito, un purgatorio terreno, un satellite.
I passeggeri hanno ognuno la propria storia, le proprie manie, i propri volti. Il loro paese ha una bandiera, ma quale sarà? E lo scopo della loro visita o della loro dipartita quale sarà?

L'aeroporto è un luogo che non esiste, ma esiste. Ha un odore, ma in realtà ne ha infinite varietà. Ma soprattutto è un luogo dove non esistono mai requie, nè notte e neppure la fine del giorno.

Ho lavorato in aeroporto, precisamente a Milano-Malpensa.
Di quel tempo mi è rimasto nella memoria una cosa fra tutte: l'odore dell'aeroporto. Ognuno ha il proprio.
Quando entro a Malpensa sento l'odore del caldo della divisa da check-in agent appena indossata, sento l'odore delle valigie appena fatte, miste alla plastica del banco di registrazione. Sarà che Malpensa mi ricorda il mio passato lavoro, ma comunque ha un odore.

In vista del mio futuro viaggio a Chicago, sono curiosa di conoscere l'odore dell'O'hare International Airport.
Per ora di questo aeroporto so appena le informazioni fondamentali. Fu aperto nel 1955 e intitolato al pilota Edward O'hare, pilota di marina durante la Seconda Guerra mondiale. La sua sigla è ORD. E' situato a soli 27 chilometri nordovest dall'area di Chicago chiamata Loop. E' il principale hub della United Airlines (cioè il cuore della città), nel 2008 ha avuto una media di 2409 operazioni giornaliere e prima del 2005 era l'aeroporto più trafficato del mondo in termini di atterraggi e decolli. 
Ad oggi è il terzo aeroporto più trafficato al mondo con 67 milioni di passeggeri annui e il secondo degli Stati Uniti, dopo Hartsfield Jackson di Atlanta. E' stato votato, da alcune riviste specializzate nel settore per 10 anni di seguito, come l'aeroporto migliore di tutto il nord America.
Purtroppo ha anche il secondo record peggiore del mondo in merito a ritardi, dopo il JFK e il La Guardia di New York, a causa delle impervie condizioni climatiche invernali. 

Le foto che ho trovato su Internet e che vedete qui postate sono solo un primo assaggio. Ne farò di mie durante il viaggio, perchè del viaggio fa parte, ovviamente, anche la scelta obbligata o meno di un aeroporto.

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