MATRIOSKla

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sabato 30 luglio 2011

Underground - H. Murakami

Per questa prima metà dell'anno, ho scelto di leggere uno degli ultimi due libri che mi rimangono di Murakami:
'Underground'. Pubblicato tra il 1997 e il 1998 e scritto a seguito del tragico attentato alla metropolitana di Tokyo, Murakami racconta, attraverso interviste ai testimoni e alle vittime, che cosa successe quella mattina di lunedì 20 marzo 1995.
La prima parte delle interviste tenta di ricostruire come alcuni adepti della setta religiosa del culto di Aum abbiano sparso del sarin, un potente gas tossico allo stato liquido, nei vagoni della metropolitana e quali furono le prime disperate reazioni ad un gesto, che agli occhi dell'efficientissimo e sicurissimo Giappone, sembrava in quei momenti drammatici davvero inspiegabile. Le vittime, in seguito, raccontano il proprio personale coinvolgimento, il loro terrore e le conseguenze di un veleno che ha modificato in modo permanente le loro funzioni psicofisiche.

L'ultima parte del 'romanzo giornalistico' - così come viene classificato questo libro - raccoglie una serie di interviste ad alcuni affiliati della setta di Aum, le storie di come certi abbiano deciso di farne parte e da dove ne sia nata l'esigenza.

Leggendo alcune critiche, ne risulta che questo libro sia troppo di parte, cioè estremamente contrario alla setta di Aum. Mi chiedo come possa essere il contrario, mi chiedo come uno scrittore giapponese così influente e sensibile come Murakami, tanto da dedicare la propria scrittura alla stesura di questo libro, possa non schierarsi e definirsi neutrale.
La cosa davvero singolare di questo libro è che tuttavia non spiega quale effettivamente sia la motivazione di questo attentato, cerca solo di intuirlo o di proporlo attraverso la realtà dei fatti. La follia omicida di questo insulso gesto risiede semplicemente nella megalomania del capo di Aum Ashara Shoko, che fondò questa setta nel 1987 con lo scopo di conquistare il potere in Giappone e nel mondo intero.
Impossibile rimanere indifferenti a questo racconto, che proprio come un gas tossico assale le vie respiratorie, trascina nel terrore di quei momenti e getta in un'angoscia che perseguita per giorni. Superata la prima parte delle interviste, si riesce ad abituarsi alle immagini mentali che questo libro evoca.
Da leggere preferibilmente non di sera prima di addormentarsi, per evitare incubi e senza aspettarsi che vi sia alcunchè di romanzato. Purtroppo in questo caso, la penna di Murakami è stato solo un mezzo. Non vi è nulla di artistico, ma solo una oscura e turpe realtà.

Il mio voto a questo libro è 6/10.

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