MATRIOSKla

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domenica 31 luglio 2011

Aleksandr S. Pushkin


Nato a Mosca il 26 maggio del 1799 e morto a San Pietroburgo il 10 febbraio del 1837, Aleksandr S. Pushkin è considerato il padre fondatore della lingua e della letteratura russa di tutti i tempi. Fu scrittore, poeta e drammaturgo ed esemplare esponente del romanticismo russo e mondiale. Ricevuta l'educazione scolastica al liceo di Carskoe Selo si trasferisce in seguito a San Pietroburgo, città che ispirò moltissime delle sue opere, fra tutte 'Il cavaliere di bronzo' e 'Evgenji Onegin'; brevi e celeberrimi romanzi in versi, pietre miliari della letteratura russa. Durante il suo esilio scrisse 'Il prigioniero del Caucaso' e 'Boris Godunov'. Al suo ritorno a Pietroburgo Pushkin conosce Gogol, con il quale fonda la rivista letteraria 'Sovremmenik'.
Nel 1837 la sua vita si conclude così come era stata sempre condotta, al limite tra la finzione narrativa e il suo essere eroico. A seguito di una lettera ricevuta in cui si insinuava la presunta infedeltà di sua moglie, Pushkin accusa il barone francese Georges d'Anthes e viene sfidato a duello . Fissato per le quattro del pomeriggio del 8 febbraio 1837, il duello si svolse alla Cernaja Recka a Pietroburgo, dove oggi si trova l'omonima fermata della metropolitana, dove una statua del poeta ricorda l'evento. Puškin rimase ferito mortalmente. Il barone invece si salvò grazie a un bottone che parò il colpo. Puškin morì due giorni dopo la sfida, ad appena 38 anni.


Nonostante la popolarità dei suoi brevi romanzi in versi e dei suoi racconti, il popolo russo tuttavia ha una vera e propria adorazione per le poesie di Pushkin. La più famosa, quella che tutti imparano a memoria a scuola e che è per i russi ciò che per noi è 'Infinito' di Leopardi si chiama 'Ricordo il magico istante'.
Potete trovare decine di diverse traduzioni di questo titolo. Si tratta di una meravigliosa poesia d'amore.

Qui vorrei proporvi una poesia meno nota, ma altrettanto meravigliosa:


                                             
                                         Sui colli della Georgia la tenebra notturna;
                                                 davanti a me strepita l'Aragva.
                                         Mi sento triste e leggero; la mia tristezza è luminosa;
                                               la mia tristezza è colma di te,
                                         Di te, solo di te... La mia malinconia
                                              niente la tormenta, niente la inquieta,
                                        e il cuore di nuovo arde e ama - perchè
                                              non può non amare.
                            

2 commenti:

  1. Favolosa la poesia che hai pubblicato...

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  2. Come non citare l'analogia con Lenskij che sfida a duello l'amico Onegin perché si sente tradito e ne perisce.

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