MATRIOSKla

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venerdì 13 gennaio 2012

Soul surfer e l'elogio ai messaggi positivi

Io sarei morta. Ma più che morta davvero, sarei morta di paura.
Non posso nemmeno pensare di essere alle Hawaii, più precisamente sull'isola di Kawai, uscire una mattina per fare surf insieme a tre amici su una spiaggia da sogno e finire in ospedale più di là che di qua, senza un braccio.
Eppure può succedere, anzi è successo davvero, ma non a me.
'Soul surfer' è un film puro e semplice. Uscito nel 2011, racconta la vera storia di Bethany Hamilton una giovane promessa del surf che a tredici anni viene attaccata da uno squalo. Nonostante la drammatica menomazione che la riduce ad avere un solo arto, Bethany ritorna in acqua poco tempo dopo l'incidente e continua a fare surf.
Il film è tratto dall'omonimo libro biografico della protagonista e vede la partecipazione di due volti noti come Dannis Quaid e Helen Hunt. Le interpretazioni di questi attori sono, in realtà, messi volutamente in secondo piano dalla vicenda stessa. Questo non è un film da oscar o da ricordare tra i migliori della vita, ma è un film che racconta una storia personale vera, in maniera molto positiva e ottimistica senza rischiare di diventare smielata e inverosimile o, peggio ancora, lacrimevole.
E' la protagonista per prima a non piangersi addosso. E' sconvolgente anche solo pensare di come si possa uscire da uno shock tale, come quello di essere attaccati da uno squalo enorme e riuscire a ri-immergere anche un solo piede nell'acqua. Ci vuole coraggio, ci vuole passione, fiducia nelle proprie capacità e ci vuole anche un forte senso di rassegnazione. Quando Bethany riesce a salire sulla tavola da surf con un solo braccio e la famiglia è felice per lei, ci si trova davvero davanti alla grandezza della forza di volontà che l'essere umano può possedere. Come diceva una mia amica russa, l'uomo è davvero un essere che si abitua a tutto.
Si finisce di vedere questo film con una certa sensazione di levità, con un sorriso, con l'idea che grazie al sostegno psicologico e all'amore che può dare una famiglia, si possano superare barriere fisiche ed emozionali a prima vista invalicabili.
Nonostante sia un'estimatrice di film 'cervellotici', questa storia a lieto fine mi ha regalato un paio d'ore di ottimismo e di positività, per cui mi sento di elogiarne gli intenti.

1 commento:

  1. The true beauty of this film is Bethany's faith, ingenuity, and all-encompassing spirit representative of the Hawaiian culture. The pristine landscapes are only surpassed by the pristine love of the Hawaiian people. Aloha and a hui hou. :)
    Jen

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