MATRIOSKla

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giovedì 19 aprile 2012

Haruki Murakami - Hear the wind sing

Procedo a gambero. Procedo al contrario, ma per cause di forza maggiore. La mia più recente lettura di Murakami corrisponde al suo primissimo scritto, 'Hear the wind sing'. Si tratta del primo racconto di Murakami pubblicato da Kodansha English Library a grande richiesta del pubblico e dei fan dell'autore giapponese, il quale non ha mai voluto pubblicare questo primo lavoro al di fuori del Giappone, dove invece ha visto la luce nel lontano 1979.
Innanzi tutto vorrei parlare della reperibilità dello scritto, che insieme a 'Pinball, 1973' è praticamente introvabile se non online. Non è mai stato nè tradotto, nè pubblicato in Italia e io l'ho comprato tramite Amazon americano e l'ho letto in inglese. Ho acquistato questi fantastici mini-libri impacchettati come origami, alla giapponese, per la bellezza di ben 25 dollari ciascuno. Le recensioni dicevano che i libri sono pressochè introvabili anche in America e che solo grazie alla pubblicazione internazionale della casa editrice giapponese Kodansha era possibile trovarne la traduzione. Li ho comprati subito, sfruttando il vantaggio della traduzione inglese di Alfred Birnbaum, pensando che era davvero buffo dover leggere la traduzione in inglese-americano, dall'inglese in cui Murakami ha deciso di scrivere questo romanzo. 
La storia è, come molti dei primi romanzi dell'autore, piuttosto seminale. Insieme a 'Pinball, 1973' e 'Nel segno della pecora', viene considerato parte della trilogia del 'Ratto'. In tutti e tre questi brevi romanzi/racconti, infatti, compare lo stesso personaggio con questo soprannome, anche se ha ogni volta un'identità diversa.
E' stato difficile leggere questa storia perchè non si tratta di una vera e propria storia. Non si trovano un'unità di tempo e spazio entro i quali viene raccontata la vicenda. Almeno, non la si trova nella maniera classica. Il protagonista senza nome (defintivo 'Boku' o 'Io-narrante' in giapponese) si trova nel suo paese d'origine per il break estivo dall'università. In quello che viene definito un 'pastiche' letterario, si svolgono piccole vicende di 'personaggi-antenati' di molti altri che si sveleranno nei successivi e più noti romanzi di Murakami. Il protagonista frequenta il bar di J, dove stringe amicizia con il Ratto e incontra una ragazza con la quale stringerà una relazione non ben definita. 
Ho trovato, in questo brevissimo romanzo, tutte le impronte primordiali della narrativa e delle tematiche di Murakami, ne ho intravisto il giovane talento, la vena introspettiva, la ribellione letteraria, che nel lontano 1979 fu considerata come un atto di non sottomissione al filone letterario che il Giappone, fin ad allora, aveva prodotto. In un interessantissimo volume di linguistica e semiotica intitolato 'Haruki Murakami. The simulacrum in contemporary Japanese culture' (di Michael Seats, acquistato in lingua inglese, nella pubblicazione americana), ho potuto leggere le interpretazioni di questo romanzo, le critiche e le opinioni che arrivano a classificare Murakami come il primo scrittore 'urban', 'metropolitano', che introduce i linguaggi e i segni della pubblicità e della società massmediatica, che a quei tempi cominciava a scalciare.
Ancora una volta, un segno di quanto questo autore fosse un visionario precorritore dei tempi.
Per tutti i fans di Murakami, un pezzo che non può mancare, anche per il suo delizioso packaging.

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