MATRIOSKla

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martedì 26 luglio 2011

Death Note - Shusuke Kaneko


    « L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà »

Per me Death Note è stato amore a prima vista già quando scoprii per puro caso il manga.
Ricordo che mi bastò una rapida occhiata per capire che mi interessava il genere e che la storia non aveva troppi mostri o insulsaggini, ma aveva un fondamento davvero interessante.
Come mia abitudine, non vorrei svelare la storia, soprattutto perchè vorrei parlarvi del film, il primo della saga.

Yagami Light è un teenager giapponese che trova, un giorno, uno strano quaderno: il Death Note. La sua particolarità è che, chiunque ne venga in possesso, potrà scrivervi il nome e cognome di un essere umano e questo morirà nel tempo e con le modalità descritte dal possessore.
Questo almeno è quello che fa Light, che stanco di una sempre più impunita criminalità che imperversa nel suo paese, si farà giustiziere del male e deciderà chi uccidere e chi risparmiare nel tempo in cui avrà con sè il quaderno. Light, figlio di un poliziotto, sarà Kira (traslitterazione fonetica della parola inglese Killer) che cercherà di sfuggire alla caccia globale messa in atto da uno dei più singolari e astuti investigatori privati del Giappone, L (pronunciato el).

Il manga pubblicato nel 2003, costituito da 13 volumi, nasce da un'idea a dire poco geniale di Tsugumi Ohba ed è disegnato da Takeshi Obata. Il film diretto da Shusuke Kaneko del 2006, cerca di raccontare questa ancestrale lotta tra il bene e il male e il conflitto terreno tra giustizia e libero arbitrio. Sicuramente il manga, che già diventava parecchio dettagliato e articolato nell'anime, vanta una completezza e una ricchezza di particolari che sfuggono al film. Personalmente trovo che l'attore che interpreta Yagami Light (Tatsuya Fujiwara) sia troppo 'bambolotto' e quasi una rock star, ciò che nel manga non emergeva. Viceversa, il ruolo di L , è assai più difficile e la sua stranezza affiora sapientemente dalla vena artistica dell'ispirato attore (Ken'ichi Matsuyama), che lo interpreta.
Al di là del film e della storia, credo che il successo di questa idea sia nell'universalità dei sentimenti che essa è in grado di suscitare: mania di onnipotenza in primis, rabbia, audacia, ribellione. La combinazione potentissima di emozioni e sentimenti che si riversano in questo straordinario esperimento di moralità, portano una tale forza al valore del Death Note come arma, che quasi ci si dimentica che lo sia e per un po', o forse per l'intera durata della storia, si spera che Light, nonostante operi il male, voglia in realtà generare il bene, come una sorta di Faust, come un Mefistofele dei nostri tempi. 
Infine, il tocco di commercialità e di main stream non manca; la musica dei Red Hot Chili Peppers come colonna sonora ne connota certamente il successo e la risonanza anche nel mondo occidentale e allunga il suo tentacolo su un successo super annunciato, che visto quello del manga e dell'anime, non poteva che trovare una ulteriore conferma nel film.

Consiglio a chi non ha mai letto il manga, di recuperarlo e di gustarsi a fondo il duello mozzafiato e complicatissimo delle strategie dei due protagonisti, di guardare l'anime e infine giudicare il film, che forse acquista un valore maggiore solo in funzione dei sequel 2 e 3, di cui parlerò più avanti.

Il mio voto a questo film è 8/10.

1 commento:

  1. Bello!!!!!!! L'idea del Death note è indubbiamente molto originale e il duello tra Kira ed L cattura fin dal primo istante. Ho visto l'intero anime (una volta iniziato è difficile staccarsene), ma non ho mai avuto l'occasione di leggere il manga o vedere il film; vedrò di procurarmeli al più presto, Kla, e ti farò sapere.

    HS

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