MATRIOSKla

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giovedì 7 luglio 2011

I LOVE SHOPPING - Sophie Kinsella

Nonostante la mia risaputa caratteristica di scegliere oculatamente i libri che compro seguendo precisi criteri di interesse, c'è un esercizio che almeno una volta all'anno faccio. Cioè leggo un libro che detesto, un libro che non comprerei mai, un libro di cui disprezzo il contenuto, la trama, l'autore, l'ambientazione, lo stile e soprattutto tutta l'ingiusta fama, popolarità e fanatismo che si porta appresso.
Voi direte: 'non si può giudicare un libro dalla copertina', giusto? Mai avere pregiudizi, mai fermarsi su un preconcetto e dunque, siccome io sono una grande sostenitrice della libertà di pensiero e parola, devo dare almeno il beneficio del dubbio anche ai libri, che secondo il mio istinto, sono scritti soltanto per:

1) Vendere, vendere, vendere
2) Rincretinire, rincretinire, rincretinire...o se fossi più politicamente corretta 'intrattenere, intrattenere, intrattenere'
3) Sfottere la gente...ok, meglio se dico, creare stereotipi

Avevo cominciato per caso ad assumere questa politica di par condicio con un libro che, avendo ricevuto in regalo dovevo, più  o meno, per forza leggere. Si trattava di 'Uomini che odiano le donne' di Stieg Larsson. Circa o più di 500 pagine di tedio ed insignificante protrarsi di una trama a dir poco banale, trita, ritrita insomma, assolutamente indegna di tutto questo successo editoriale post mortem dell'autore. Meglio se il povero defunto l'avessero lasciato in pace.
Ho continuato, poi nell'anno successivo, con 'Twilight' dove la parola 'banale' è non solo un eufemismo, ma un complimento. L'unica cosa interessante di quel libro era che per la prima volta leggevo qualcosa di ambientato a Seattle, ma di Seattle dopo la prima pagina non si dice nulla. Dunque potevano ambientarlo anche a Caronno Pertusella in provincia di Milano.
Mi sono buttata nel main stream italiano con Faletti, perchè Camilleri è davvero troppo, ma troppo, ma troppo. Di Faletti ho almeno apprezzato lo stile, nonostante la prolissità (ma io adoro la prolissità) e lo sforzo creativo. Sono passata a Dan Brown con 'Angeli e Demoni', non così male nell'intreccio, ma privo di qualsiasi bravura stilistica.

Ma il fondo l'ho toccato settimana scorsa, quando ho deciso di prendere in prestito in biblioteca 'I love shopping'. Mi sono detta: 'Ma sì, via...perchè essere sempre così snob nella lettura? Vediamo se questa Kinsella riesce davvero a rincretinirmi...ops...volevo dire intrattenermi.
397 pagine di nulla...dico 397 pagine. Il nulla....Ma cosa succede alla gente? A quelli che comprano la Kinsella? Ne ha scritti almeno altri 6 dopo questo esordio. Non posso crederci. Ma cosa c'è che tiene incollata la gente alle pagine di una scema, bisbetica, superficiale, materialista, arrivista oca come Becky Bloomwood?
Ma soprattutto me la prendo con l'autrice. Ma cosa voleva dire la Kinsella quando ha scritto questo libro? Qual era il suo messaggio? Ah...forse che le donne pensano solo allo shopping, ignorano i solleciti bancari delle carte di credito in rosso, cercano di farsi impallinare da uomini ricchi e vogliono allo stesso tempo avere un sacco di soldi propri  da poter spendere in migliaia di schifezze.
Grazie Sophie Kinsella, grazie perchè la donna di oggi, emancipata, istruita, superiore alla razza maschile, indipendente e rampante può finalmente andare in libreria, farsi consigliare una lettura leggera da un qualsiasi commesso ignorante assunto in un qualsiasi megastore di una bella metropoli, tornare a casa, oppure salire in metropolitana, oppure sedersi in aereo e identificarsi con questo stereotipo invertebrato di donna che è il tuo personaggio Becky.
Ma come si può scrivere un libro che anzichè leggere sembra di tartagliare. Frasi mozzate, periodi di tre frasi senza un aggettivo che non sia 'carino, simpatico, stupendo'?
Come si può scrivere un libro che non ha un inizio e una fine e sembra il diario segreto di una quattordicenne in fase di crescita?
Credeva di far ridere? Secondo me fa ridere per quanto è ridicolo, ridicolo leggere tutte queste fandonie.
Ma perchè, perchè la gente le legge? Perchè non sposta il suo naso un po' più in là, perchè non ha spirito critico?
Va bene, ho smesso di cercare di rispondere a queste domande un sacco di tempo fa, ormai. Non importa.

Io sarò per sempre grata a questa scrittrice, perchè non ha fatto altro che confermare la mia teoria sfacciatamente snob e superficiale per cui so che non appena un libro esce, entra primo in classifica, vende milioni di copie, viene seguito da almeno altri 3 capitoli e si vanta di essere un best seller, allora so che sarà sicuramente un rifiuto letterario, un relitto editoriale destinato a vagare nelle borse, sugli scaffali del popolino più gretto e ignorante grazie alla sua pura e semplice imbecillità.

Grazie Sophie Kinsella, ora so per certo, perchè ti ho letto e ne ho le prove, che il tuo libro è una misera pagina di stupidità e falsità in mezzo ad un oceano di vera cultura letteraria.

Il mio voto a questo libro è 0/10

2 commenti:

  1. For intellectual or introspective reading, a book whose title includes the word 'shopping' probably isn't the wisest choice :)

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  2. Il mio voto a questo post è 10/10. Condivido in toto!
    HS

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