MATRIOSKla

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giovedì 12 gennaio 2012

Murakami Haruki e il suo compleanno

Oggi 12 gennaio apro il mio primo post del nuovo anno 2012 celebrando, attraverso questo blog, il compleanno di uno dei miei idoli letterari di cui ho parlato e parlo spesso: Haruki Murakami.
Da un po' di tempo raccolgo informazioni biografiche su questo autore e poichè si sa piuttosto poco di lui, nonostante la sua fama, ho dovuto spulciare parecchio tra vari siti, articoli, recensioni e interviste.
Murakami nasce a Kyoto, ma fino all'adolescenza vive a Kobe e solo successivamente si trasferirà a Tokyo per seguire gli studi letterari, che interromperà poco dopo per sposarsi e per aprire un locale di jazz bar; decisione presa in seguito alla sua passione per la musica. Proprio le notti passate a lavorare al locale saranno, per Murakami, momento di creazione per le sue prime opere letterarie. In questo mi ricorda, ad esempio, Franz Kafka che di giorno lavorava alle Agenzie Generali e di notte scriveva, perchè a suo stesso dire, non poteva farne a meno. 
Ci sono parecchi dati biografici che mi incuriosiscono. Tra questi c'è il racconto di come Murakami venne folgorato dalla decisione di diventare scrittore durante una partita di baseball. Sarà che me li vedo proprio i giapponesi con il guantone e la mazza da baseball, sarà che mi vedo Murakami con i popcorn e la coca cola seduto sugli spalti illuminato da una luce soprannaturale, come una gigantesca mano che proviene dall'alto, che gli infonde il dono della scrittura. E' un'immagine surreale, proprio come lo saranno le sue opere.
E' del 1979 la sua prima pubblicazione 'Ascolta la canzone nel vento' al quale segue 'Flipper 1973'.
Ma il suo primo vero romanzo, forse anche il più dimenticato è del 1982 'Nel segno della pecora', quello che apre le danze e che ci svela le arterie principali dello scrittore: la subrealtà, il modello di uomo murakamiano alienato, senza lavoro e attratto da donne bizzarre, il gatto senza nome, i personaggi con nomi stravaganti, l'eroe senza identità, la ricerca, la sparizione oltre il confine reale. E' tutto già lì, in quel primo romanzo eppure il bello ancora deve venire perchè nel 1985 esce 'La fine del mondo e il paese delle meraviglie', dove l'irrealtà è tutta dentro la mente del protagonista e, con questo romanzo, si capisce come Murakami sia in grado di rielaborare la sua personale percezione del surreale fino a dove può spaziare senza mai risultare ripetitivo, nonostante l'attaccamento a certe tematiche. Anzi, da qui parte la dipendenza alla lettura di Murakami, di cui si sa che i suoi lettori patiscono.
Non c'è libro di Murakami senza musica. D'altronde la vita dell'autore stesso è legata ad essa, non a caso aprì quel locale, chiamato 'Peter Cat' e non  a caso dichiara di possedere circa diecimila vinili di musica jazz e classica. Un collezionista, un estimatore, un conoscitore di musica. Tra questa, nella sua adolescenza, non poteva mancare quella dei Beatles al quale l'autore dedica indirettamente il libro che lo consacra al successo 'Tokyo blues Norwegian Wood'. Con tre milioni di copie vendute in Giappone, nel 1987, Murakami diventa un cult raccontando la società giapponese degli anni 60 e a tratti anche la sua vita, scandita dalla musica di quei tempi, ma anche dai tragici eventi autobiografici narrati.
Segue un altro monumentale romanzo 'Dance dance dance', dove ritornano i fantasmi dell'uomo pecora nascosto nell'hotel chiamato delfino e il mistero diventa forse realtà. E' la fine; non si può più fare a meno di leggerlo e nonostante per svariati anni ci siano solo pubblicazioni di racconti, 'A sud del confine a ovest del sole' del 1992 'L'elefante scomparso' del 1993, essi sono magnifici preludi ad un romanzo mastodontico come 'L'uccello che girava le viti del mondo' del 1995.
Se dovessi proprio dire che cosa non mi piace di Murakami direi 'Underground', che più che una scrittura è un documentario ispirato all'attentato alla metropolitana di Tokyo scritto nel 1997.
Seguono 'La ragazza dello Sputnik' del 1999, di cui mi ha sempre divertito il titolo, perchè mi ispira qualcosa di ovviamente sovietico e l'altra raccolta di racconti dedicati al terremoto di Kobe ' Tutti i figli di dio danzano' del 2000.
Gli ultimi racconti, tra l'altro magnifici, sono quelli di 'La donna dormiente e il salice piangente'  del 2002 al quale fa seguito 'Kafka sulla spiaggia' (di cui non mi sorprende il nome) e solo sei anni dopo nel 2008 esce un altro pezzo fortissimo con 'Afterdark'. Gli ultimi romanzi sono 'L'arte di correre', che è in realtà un saggio biografico e il recente '1q84'.
Mi diverte il personaggio Murakami, egli è apparentemente l'opposto dei suoi personaggi. E' disciplinato, si alza alle 4 del mattino, va a correre, ascolta musica e scrive fino a mezzogiorno. Mi sembra quasi un soldatino, con quel fisico da podista che si è fatto per combattere una certa propensione alla pinguedine da vita sedentaria e da astinenza da fumo di sigarette. Poi a volte penso a quella scrivania immensa di tre metri e il divano messo lì di fianco dove ogni pomeriggio lo scrittore si abbandona ad una sana siesta, mentre ascolta la musica soffusa di Schubert. Deve essere un tipo simpatico un uomo che ama così tanto i gatti! Ci sono gatti ovunque nei suoi romanzi e spesso sono elementi chiave. Non posso non sorridere pensando a quello che ha deciso di chiamare 'sardina'.
A un passo dal Giappone, alle isole Hawaii, si trova una delle tre case di Murakami. Stamattina presto sarà uscito a correre, avrà preso la strada meno battuta, ma comunque avrà continuato a tenere d'occhio il mare e forse il suo orologio da polso digitale. Nelle orecchie vecchio jazz da lui così amato e per festeggiare il suo compleanno, avrà pensato magari ad una nuova trama da dare in pasto alla sua fantasia, un regalo per sè e per  tutti noi lettori.

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