MATRIOSKla

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giovedì 22 dicembre 2011

Into the wild senza Eddie Vedder

Tutte le volte che soffro il freddo, in pieno inverno, penso ad alcune cose atroci. Tra queste, penso al freddo che abbia potuto patire un folle, rivoluzionario, anticonformista e coraggiosissimo eroe (mancato) del nostro tempo, come Christopher McCandless.
Ho visto 'Into the wild - nelle terre selvaggie', un paio di anni fa e sono rimasta quasi sconvolta. Sconvolta da quella volontà di solitudine, da quella determinazione, da quel credere ciecamente in un moto controcorrente, in una vita fuori da ogni schema e libera dal capitalismo e dal materialismo, con i quali  il protagonista non si identifica.
In verità il film diretto da Sean Penn è uscito nel 2007 e si basa sulla vera storia di Christopher McCandless, narrata dallo scrittore John Krakauer, nel libro, 'Nelle terre estreme'.  
Finito il college, Chris (interpretato dall'attore Emile Hirsch) lascia tutti i suoi soldi in beneficenza e, dati i suoi pessimi rapporti con la famiglia, scompare senza dare spiegazioni. Il suo intento è quello di intraprendere un viaggio attraverso gli Stati Uniti, con il bizzarro soprannome di Alexander Supertramp, partendo dal West Virginia e arrivando, dopo due anni, fino alle terre sconfinate dell'Alaska. 

Il viaggio come scoperta, come iniziazione non è certo una novità per i nostri tempi. La letteratura mondiale è colma di storie di viaggi ispirati e ispiratori, da sempre. Forse sono proprie opere letterarie come quelle di Henry David Thoreau e di Jack London, che spingono Chris alla fuga dalla realtà. I suoi unici compagni di viaggio sono proprio dei libri. Chris non sente la solitudine, talvolta incontra strani personaggi sul suo cammino, ma non si lega a nessuno. Eppure si sa che nel suo diario scrisse che 'la felicità non è tale se non è condivisa'. Sono del tutto d'accordo.
Non capisco, dunque, come si possa essere così estremi da pensare di poter vivere senza nessuno al proprio fianco, nel cercare l'isolamento paralizzante, come uno schianto contro il muro. Per esempio, mi chiedo come si possa vivere senza alcune cose che riempiono la vita. Prendiamo la musica. Se ChrisMcCandless avesse ascoltato quale meraviglia di colonna sonora sarebbe stata riservata per la sua storia, come avrebbe potuto non ascoltarla, come avrebbe potuto stare senza un lettore CD per tutto quel tempo? Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, ha scritto delle canzoni meravigliose per questo film. Una fra tutti 'Guaranteed' ha addirittura vinto il Golden Globe per la miglior canzone originale nel 2007 e 'Society', struggente e semplicissima. Forse l'incoscienza, forse la giovane età, forse il dolore di una vita familiare non serena hanno spinto fino all'autodistruzione Alex-Chris. Morirà, infatti proprio in Alaska a seguito di una probabile intossicazione da cibo, ingerito erroneamente.
Ogni tanto si cerca rifugio, o forse proprio scampo, da una società incompatibile con i princìpi di ogni singolo. Ogni tanto si va in vacanza quasi per lo stesso motivo. Per quanto io non sia affatto una simpatizzante della vita sociale, se non quella che oculatamente scelgo nella frequentazione dei miei amici e conoscenti, anche dopo un mese di vacanza nel quasi totale isolamento, non reggo l'abbandono delle mie abitudini, delle mie necessità. Quelle, che per quanti obblighi si abbiano, rimangono tuttavia delle necessità personalizzabili.
Eliminare tutto, come ha fatto Chris-Alex era forse soltanto un modo per esprimere un disagio, un dolore.
Ce ne sono tanti di dolori, ma ogni tanto c'è qualche temporaneo antidolorifico.

Ad esempio, non avrei potuto amare questo film, senza quella musica. Forse il film non sarebbe stato nemmeno così bello, senza quella musica, senza la voce di Eddie Vedder, senza le sue parole, che per quanto dure e irreversibili, nascondono un segnale di riconciliazione con la realtà. Nonostante faccia quasi fatica a credere a questa storia, ho amato molto il film, la sua fotografia, gli scenari irresistibili, la spinta che danno all'evasione e al viaggio, la magnifica interpretazione dell'attore e la regia così attenta al particolare. Definirei questo film, la storia di uno spettacolare, meraviglioso suicidio.

                                  'Society, you're a crazy breed
                                   hope you're not lonely without me'


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