MATRIOSKla

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martedì 6 dicembre 2011

David Bowie e la sua alienante Odissea

Quante cose si è portata dietro la luna? Quante poesie, quante parole, quanti libri, quante battaglie e quante canzoni. Era il 1969 e c'erano, forse, degli uomini sulla luna...
Nel 1968, invece, c'era uno smilzo e sparuto David Bowie che già raccontava come sarebbe andata. Lo avrebbe fatto creando una delle sue canzoni più famose: 'Space Oddity'.
Andò così. Il Maggiore Tom, l'astronauta scelto per sorvolare il pianeta Terra e volare nello spazio, si ritrovò perso nello spazio.

Esistono alcune differenti interpretazioni di questa canzone, che portò Bowie alla ribalta e lo resero famoso soprattutto in Europa. La prima è che Bowie volle scrivere una canzone su un tema di attualità, cioè l'imminente sbarco sulla Luna. Questo gli portò successo, ma anche critiche contrastanti. Si dice, infatti, che il testo, così sottilmente carico di messaggi anti-americani, sarebbe stato boicottato dal pubblico statunitense e ciò spiegherebbe lo scarso successo di classifiche, che questa canzone ebbe nel paese che avrebbe portato il primo uomo sulla Luna. 
L'atteggiamento anti-americano di Bowie si ritrova ad esempio nella critica o parodia, che nel testo viene fatta nei confronti della stampa e dell'informazione, quando si dice: '...and the papers want to know whose shirt you wear'. Bowie, qui, fece capire come quest'evento sarebbe stato oggetto di speculazione e di pubblicità nei confronti di un uomo che sarebbe diventato una star.
La seconda interpretazione è che Bowie fu ispirato dalla visione del film di Stanley Kubrick '2001: odissea nello spazio', da cui appunto si spiegherebbe il titolo. Dalla biografia di Sanford, si legge che il film ebbe su Bowie un effetto 'sismico' e che era il senso di isolamento, che emanava da quel film, che attirava fortemente Bowie.
Dunque, il Maggiore Tom che sarebbe diventato una star, avrebbe subito le pressioni e la fama come una vera e propria rock-star e ciò ricorda, per taluni motivi, il rapporto che Bowie come star era costretto a mantenere con il mondo pubblico. Bowie, che fu al suo tempo un personaggio piuttosto 'unico', che si era ritagliato un ruolo di cantante così 'altro' dal trend dei suoi tempi, sentiva una certa affinità con il protagonista di quella canzone.
Per questo motivo mi piace credere ad un'altra interpretazione, quella della volontà di allontanare, quasi strappare l'impresa del Maggiore Tom dalle lunghe mani della fama e del successo terrestre e di lasciarlo volare nello spazio per sempre. Ad un certo punto della canzone infatti l'ambiguo verso '...and I think my spaceship knows which way to go/tell my wife I love her very much, she knows...' e l'immagine della torre di controllo che non si spiega cosa stia succedendo gridando idealmente 

'Ground control to Major Tom/Your circuit is dead/Can you hear me Major Tom?/Can you hear me Major Tom?/Can you hear me Major Tom?/Can you...' 

lasciano intuire che il Maggiore abbia volontariamente sabotato la sua missione e scelto di non tornare indietro.

Bowie aveva voluto scrivere una canzone sul senso di alienazione. Forse ispirato da avvenimenti riguardanti la sua vita privata. Egli viveva a quel tempo la sua personale solitudine, il suo isolamento e sognava una navicella di latta sulla quale volare via e rimanere ad osservare da lontano un posto, come la Terra, che non sentiva suo. Quando il Maggiore Tom dice che il pianeta Terra è blu, forse intende l'altro significato di questo aggettivo che in inglese significa anche 'triste'. 
Bowie come il Maggiore Tom sente di non poter fare più niente, può solo scomparire, volare nel buio vuoto dello spazio. E chissà , forse da qualche parte il suo corpo sta ancora galleggiando.
Oltre ad avere un testo così profondo e controverso, la musica di questa canzone, si adatta perfettamente allo stato d'animo che Bowie voleva comunicare. E' una musica incalzante, crescente, come un countdown appunto, che infine esplode come un lancio nello spazio e si conclude come una triste richiesta d'aiuto.
Personalmente credo che il senso di 'alterità', cioè di sentirsi da un'altra parte, di Bowie, sia cominciato lì e che quel volo nello spazio non si sia più concluso. Bowie è ancora tra le stelle, in tutti i sensi.


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