MATRIOSKla

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giovedì 2 giugno 2011

TRACY CHAPMAN - Tracy Chapman

Uno dei dieci dischi della mia vita ha un nome e cognome: Tracy Chapman.
Si tratta dell'omonimo esordio di Tracy Chapman del 1988. Ormai in molti conosceranno Baby can I hold you, che è sicuramente il brano più famoso, cantato e ricantato da tanti e ormai entrato nell'olimpo dei grandi classici.
Ma oltre a quello, nel disco, si concentrano quasi tutte canzoni di altissima qualità e di estrema delicatezza. La presenza scenica non ha molto a che vedere con questa cantante, che preferisce lasciar parlare, e in questo caso direi, cantare la sua voce: possente, profonda, assertiva, ma sempre estremamente delicata. Una voce 'nera', sofisticata e virtuosa.
Le canzoni d'amore, struggenti e intimistiche, come For my lover, For you, If not now, sembrano sussurrate al buio di una stanza, ma muovono emozioni in modo totalmente dirompente. Impossibile smettere di ascoltare For my lover e non credere di avere appena visto l'uomo che racconta di essere arrivato fino a rinchiudersi in una prigione per amore. Impossibile non immaginare la scena di una violenza familiare e non provare dolore o sofferenza dopo aver ascoltato il brano a cappella Behind the wall. La Chapman racconta storie di vite ai margini della sopravvivenza, come nella magnifica Fast car, la voglia del riscatto di una vita migliore e incita con parole di pietra alla ribellione, scuote le coscienze in Talking about revolution, Across the lines e in Why. Questo disco sembra una completa weltanschauung della Chapman, una confessione al ritmo di una musica blues e folk che sembra voglia raccogliere attorno a sè pochi intimi, farli sedere in cerchio attorno a lei, ricordare loro che il dolore può dare estrema forza, una voce può far vibrare un palazzo intero, una semplice chitarra può recuperare un'esitenza e donarle un po' di pace.
Il sound si avvale di melodie e ritmi molto orecchiabili e cantabili, nonostante la dizione quasi impossibile di questa cantante americana di Cleveland (Ohio). Un folk anni '80 intenso e scuro, per niente noioso e alquanto vivace nonostante la serietà dei temi trattati.
Non è un concept album  ma nella mia visione d'insieme di questo piccolo capolavoro ritrovo un unico, espanso, gioioso e sofferto tema: quello dell'amore per gli altri in tutte le sue sfaccettature.

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