MATRIOSKla

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giovedì 1 settembre 2011

Bret Easton Ellis - Less than zero

La prima cosa da fare per apprezzare a pieno questo breve romanzo di Bret Easton Ellis è leggerlo rigorosamente in lingua originale, cioè in inglese. Per quanto mi riguarda, solo in questo modo sono davvero riuscita a gustarmi questa singolare scrittura.
Infatti, non credo che si possa scindere lo stile asettico, minimale, ipnotico e narcotizzante dell'autore, dalla storia narrata. La seconda cosa è tenere presente che questo fu il romanzo d'esordio di un Ellis ventenne, che lo pubblicò nell'ormai lontano 1985.

Clay è uno studente universitario che torna nella natia Los Angeles per le vacanze di Natale. Los Angeles è diventata la città della disperazione più assoluta, dove imperano rapporti artificiali basati sull'apparenza e lo sperpero del denaro, dove le droghe e i farmaci vengono assunti anche solo per alzarsi dal letto e nessuno comunica più in alcun modo con l'altro. Esemplare è la frase d'apertura: 
                              
                        'PEOPLE ARE AFRAID TO MERGE ON FREEWAYS IN LOS ANGELES'

La gente ha paura di entrare in contatto l'un l'altra addirittura su una superstrada. Le arterie disperse di una megalopoli totalmente priva d'identità è disseminata di automobili guidate da automi, le freeway californiane ricordano la distanza che esiste tra gli abitanti. Clay ripercorre giornalmente i ricordi legati ai posti della sua adolescenza, vive l'allontanamento dalla famiglia e dagli amici vittime di una vita corrotta, dissoluta e afflitti da incapacità affettiva. Intrappolato nel suo stato di trance perentorio, indossa occhiali da sole Ray-ban Wayfarer, ascolta musica del suo tempo, cioè dei fatali anni '80 e il suo unico pensiero si traspone surrealisticamente nell'insegna pubblicità di un albergo ai bordi della Los Angeles downtown, che recita:

                                                           DISAPPEAR HERE

Così lentamente Clay scompare, sbiadito dalle brutture di una vita aguzza come le vene trafitte dall'eroina che ucciderà il suo migliore amico Julian e distrutto dall'isolamento psicologico in cui si troverà impigliato come in una rete, dalla quale escono soltanto laconiche parole, lapidarie come un epitaffio. La scrittura di Ellis imprigiona al punto da sentirsi toccati dalle mani di Clay, catapulta in uno stato di totale estraneazione dalla realtà, che trasporta oltre ogni capacità di ogni percezione sensoriale. Una scrittura che conduce all'annullamento di sè e di ogni volontà di sentire o provare nulla per la realtà circostante. Ellis riesce in modo eccellente a comunicare i 'non-sentimenti' di Clay attraverso la sua scrittura scarna e corroborante, acida come un'allucinazione e come il suo potere di dissolvere ogni cosa.
Leggere questo romanzo significa, come l'insegna luminosa ricorda attraverso la sua funzione  'mantrica', scomparire senza che gli altri si accorgano della tua assenza.

Ho trovato questo romanzo di una potenza devastante e viscerale. Poche parole, che vaporizzano ogni sentimento come un'arma chimica, eccetto la sensazione di sprofondamento in una irreversibile solitudine.
Da questo scritto è stato tratto un film decisamente non all'altezza del romanzo. Lontano dalla trama e dalle emozioni che ne derivano, nel film Clay è una sorta di eroe buono che tenta di salvare il suo amico Julian. Totalmente fuorviante.
Meglio ascoltare invece la canzone del gruppo alt-rock britannico Bloc Party, che al protagonista di questo romanzo  ha dedicato una canzone intitolata proprio Disappear here. A dire poco travolgente.

Il mio voto è: 10 e lode.

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