MATRIOSKla

MATRIOSKla

martedì 6 marzo 2012

Beatles - Rubber Soul

Anche in questo caso, non dirò di certo nulla di nuovo, o che non sia stato già detto, sui magnifici quattro.
Ma, siccome la mia scoperta dei dischi più importanti dei Beatles continua, sono approdata al 1965, quando la band pubblica Rubber Soul. Dunque, dirò soltanto perchè questo disco, in questi ultimi giorni, è stato per me una piacevole riscoperta. Conoscevo già brani come Michelle, Girl, Norwegian Wood, Nowhere man, Drive my car. Ovviamente, nonostante l'usura di questi grandi successi, mi piacciono ancora molto.
Già si nota come la band aveva voluto deviare dal cammino puramente pop-adolescenziale e come si stesse incamminando su sentieri meno battuti, ma ricchi di qualità sonora ed espressiva. Non ci sono le solite canzoni d'amore, in questo disco. Ma altri temi, come i dubbi esistenziali, la gelosia, il sesso e soprattutto la nostalgia per la giovinezza. Il sound va verso approcci più folk e più rock e si ritrovano punte di sperimentazione e innovazione, ad esempio, con l'introduzione di strumenti esotici come il sitar indiano e i maracas.
Ma ciò che più mi piace di questo disco sono due cose: una è la fotografia scelta per la copertina. La distorsione dell'immagine si fonde perfettamente con i tempi acidi di quegli anni 60, che vedevano la psichedelia, l'obnubilazione della mente e l'estraneazione come elementi di esplorazione artistica. Anche la font usata per scrivere il titolo, privo del nome della band per la prima volta, ha un qualcosa a metà tra un effetto ologrammatico e una gigantesca bolla che sta per scoppiare. Insomma, la veste grafica oggi rievoca le atmosfere acide tipiche delle grandi band degli anni 60.
L'altra cosa che adoro di questo disco è che la canzone Norwegian Wood mi ricorda uno dei miei libri preferiti di Murakami. Probabilmente quando Murakami ha scelto di intitolare il suo maggior libro di successo con il nome di questa canzone, ha voluto indissolubilmente legarlo alla musica degli anni della sua giovinezza. Chi meglio dei Beatles avrebbe potuto ricordargli i fasti musicali degli anni 60?

Nessun commento:

Posta un commento