MATRIOSKla

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mercoledì 7 marzo 2012

Duran Duran - Big Thing e le Bahamas

Bisogna sfatare questo mito che la musica degli anni 80 sia stata solo spazzatura. Bisogna smettere di credere che i Duran Duran e compagnia bella fossero solo dei pupazzi persi nei fasti della musica New Wave e nel tripudio fluorescente dei loro capelli, vestiti e unghie e che non siano mai stati capaci di mettere insieme delle note per comporre dischi di qualità.
Proibisco a chiunque di storcere il naso, se dico che questo disco è davvero un piccolo capolavoro.
E' vero, è arrivato sulla fase calante dell'era duraniana del decennio 1980. Il suo anno di pubblicazione, infatti, risale al 1988. Gli sprazzi più glamour del loro bruciante successo erano già esplosi e sopiti da tempo, gli eccessi dell'opulenza di quegli anni cominciavano a farsi sentire sui volti sia di Simon Le Bon, che di John e Nick.
La band non era più al completo da tempo, altri musicisti si erano aggiunti per la realizzazione del disco, tra cui anche il chitarrista Warren Cuccurullo.
Come sempre, quando cala l'interesse verso una band o in un cantante, è lì che viene fuori il massimo. 

Sono affettivamente legata a questo disco e, quindi, può darsi che il fatto che mi ricordi uno dei viaggi più belli della mia vita, possa costituirne un motivo di sopravvalutazione, ma sono certa che se ascolterete questo disco privi di ogni pregiudizio, alla fine sarete d'accordo con me. Ma, fatto strano di quel periodo è che, forse i Duran Duran sapevano che stavo per compiere il mio primo viaggio negli Stati Uniti proprio mentre alle radio suonavano questo disco. Non solo, sapevano anche che avrei avuto bisogno, per il mio inseparabile walkman, di una musica adatta all'entusiasmo che una ragazzina di 13 anni poteva portarsi dietro all'idea di mettere piede nella tanto sognata e decantata Florida di Disneyworld e delle sue spiagge assolate 12 mesi all'anno.
La prima parte del disco, infatti, sembra celebrare la musica e la gioia con pezzi come 'Big Thing', 'I don't want your love', 'All she wants is' e 'Drug (is just a state of mind)'. Tutte canzoni che per i loro ritmi frenetici per l'epoca, diventano delle canzoni molto dance e finiscono quasi tutte remixate, dritte in discoteca.
Erano ancora i tempi del lato A e B. Sul lato A, si trovavano canzoni movimentate, ma anche una delle più belle ballate dei Duran Duran 'Too late Marlene', che inutile dire, avrò ascoltato 5 o 6 milioni di volte. La voce di Simon si struggeva d'amore per questa sconosciuta Marlene e io mi struggevo d'amore per lui, da fan sfegatata che ero.
Il lato B cambiava decisamente tutti i presupposti e, per decidermi ad ascoltarlo, mi ci vollero sostanzialmente due condizioni. Una era l'aver ascoltato il lato A talmente tante volte da non poterne più e  l'altra era osservare, dal retro di una Suzuki jeep azzurra, il meraviglioso panorama delle isole Bahamas, che costituivano la seconda parte del mio viaggio americano.
Per via di strane alchimie della comunicazione telepatica, anche in questo caso, Simon Le Bon sapeva che prima o poi mi sarei diretta alle Bahamas, perchè, fatto è, che aveva scritto e cantato, sempre e solo per me, delle straordinarie canzoni come 'Do you believe in shame?', 'Palomino', 'Land' e dulcis in fundo 'The edge of America', che perfettamente si adattavano ai colori, i sapori e le atmosfere di quell'isola.
Mi ricordo di aver cantato a squarciagola 'The edge of America' nel mio personale inglese di ragazzina - quello cantato per i suoni della lingua e non per le parole vere e proprie - e di aver pensato che Simon era uno che vedeva davvero lungo, perchè aveva azzeccato che mi sarei trovata in quel caldo dicembre del 1989 proprio sull'orlo dell'America...  
Va bene, questa era una versione un po' romanzata della mia critica riguardo a questo disco. Ma, a distanza di 20 e più anni ho comprato, qualche tempo fa, il disco originale, poichè all'epoca avevo la classica cassetta registrata da una compagna di scuola. Il disco regge davvero il tempo, le canzoni sono ancora piacevoli, soprattutto quelle di quel paradisiaco lato B e non solo il tempo lo regge, ma lo rievoca nel mio caso, riportandomi ricordi lontani lontani e tropicali profumi...

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