MATRIOSKla

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mercoledì 18 maggio 2011

CHERNOBYL - Francesco M. Cataluccio

Un insolito viaggio da Chernobyl verso Chernobyl, cioè dalle radici di un posto predestinato anche nel nome ad essere oscuro e maledetto come l'assenzio - la cui etimologia viene usata per battezzare un luogo anticamente noto per i suoi 'neri steli d'erba' - attraverso le sciagure della guerra tra russi, ucraini e polacchi, la carestia e la persecuzione ebraica, fino al racconto di un viaggio verso ciò che rimane dei resti di una catastrofe nucleare, alla centrale di Pripjat
La Zona, come viene sinistramente chiamata, è la destinazione di un viaggio organizzato a cui prende parte l'autore stesso di cui ne descrive i particolari dell'avvicinamento, gli odori, le dimensioni di un posto senza tempo, le precauzioni per potervi accedere e infine la decontaminazione. Ma intorno a quella Zona, per secoli, dalla prima comparsa di Chernobyl in uno statuto del 1193 e fino all'incidente alla centrale, si sono consumati alcuni tra i più efferati accadimenti della storia. Il 'Holodomor' portò la morte attraverso la fame, i nazisti trucidarono un terzo della popolazione ucraina e tutta la sua tradizione contadina e il popolo ebraico vide naufragare la propria cultura altrove. Ma Chernobyl è anche una terra che conserva superstizioni e storie legate ad una presenza demoniaca, e l'autore ne ricollega innumerevoli avvenimenti e ispirazioni letterarie da 'Il Demone' di Lermontov al 'Maestro e Margherita' di Bulgakov, fino ai 'Demoni' di Dostoevskij. Con una colonna sonora pinkfloydiana riesumata dall'album 'Atom heart mother', la cui copertina con la mucca pezzata ricorda l'unico animale avvistato nei campi contaminati di Pripjat, Cataluccio associa il potere distruttivo dell'esplosione atomica, al potere sinfonico di una musica che il 26 aprile del 1986 ha smesso di suonare, lasciando dietro sè un silenzio e un'immobilità animati soltanto dalla fantasia di un posto che a suo dire un giorno diventerà la 'Disneyland della radioattività', dove ancora una volta i malefici della presenza umana trasfigureranno la natura a propria immagine e somiglianza.

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