DISCO DEL MESE
Non ci si poteva aspettare niente di diverso dai Rem, se non di essere i Rem. Soprattutto quelli degli ultimi tempi e in particolare quelli di 'Accelerate'. Il primo ascolto infatti ricorda il precedente disco del 2008, ma come spesso accade, il primo ascolto non è abbastanza. Talvolta sentire ripetutamente un disco aiuta a assorbirne davvero tutta la bellezza, come l'occhio clinico di un critico d'arte che osserva la tela del maestro.
Non ci si poteva aspettare niente di diverso dai Rem, se non di essere i Rem. Soprattutto quelli degli ultimi tempi e in particolare quelli di 'Accelerate'. Il primo ascolto infatti ricorda il precedente disco del 2008, ma come spesso accade, il primo ascolto non è abbastanza. Talvolta sentire ripetutamente un disco aiuta a assorbirne davvero tutta la bellezza, come l'occhio clinico di un critico d'arte che osserva la tela del maestro.
Sono 12 i brani di 'Collapse into now', che lasciano lontanissimi da sè il ricordo dell'ensamble sonoro di opere come 'Up', 'Around the sun', 'Automatic for the people' e piuttosto si riaggrappano a suoni più grezzi, più rock e più folk come quelli di 'Monster' e 'Out of time'.
La vera sorpresa di ogni disco dei Rem sono sempre i testi delle canzoni. Li contraddistinguono - a eccezione di un testo tristemente nitido come Uberlin - una certa criptica eleganza, un'introversione poetica e una velata autoreferenzialità tipica di Michael Stipe. Ascoltare 'Everyday is yours to win' è come pensare di scendere ogni mattina dal letto con il piede giusto, per poi immalinconirsi dei suoni un po' retro e psichedelici di una vita che sembra più alle spalle che davanti a noi. La voce quasi spezzata di Stipe in 'Oh my heart' racconta la storia di un uomo che torna alla sua città dopo una catastrofe e quasi pare di vedere i malconci paesaggi di un sud americano dove la natura ha imperversato; il ritmo folk della Luisiana annegata sembra dietro l'angolo. 'Walk it back', in veste di tenue ballata, è una lettera personale cantata, un'intromissione nella vita di due amanti che non sanno come recuperare il proprio destino e il sound lucido e cadenzato descrive senza pietà questo incombere della fine.
Ma il disco non ha nel complesso toni drammatici. 'Mine smells like honey' sembra costituire una sorta di trittico con 'What's the frequency Kenneth?' e 'Imitation of life' e solleva il morale insieme a 'Dicoverer', 'Alligator_Aviator_Autopilot_Antimatter' e 'It happened today' - decorata da un cameo pressochè invisibile di Eddie Vedder - tutti brani dal ritmo sostenuto, rockettaro, quasi festaiolo.
In chiusura, come già successo con 'E-bow letter', si ripropone lo stesso duo Michael Stipe - Patty Smith in sovrapposizione ipnotica, nella strampalata e verbosissima 'Blue'.
La vera sorpresa di ogni disco dei Rem sono sempre i testi delle canzoni. Li contraddistinguono - a eccezione di un testo tristemente nitido come Uberlin - una certa criptica eleganza, un'introversione poetica e una velata autoreferenzialità tipica di Michael Stipe. Ascoltare 'Everyday is yours to win' è come pensare di scendere ogni mattina dal letto con il piede giusto, per poi immalinconirsi dei suoni un po' retro e psichedelici di una vita che sembra più alle spalle che davanti a noi. La voce quasi spezzata di Stipe in 'Oh my heart' racconta la storia di un uomo che torna alla sua città dopo una catastrofe e quasi pare di vedere i malconci paesaggi di un sud americano dove la natura ha imperversato; il ritmo folk della Luisiana annegata sembra dietro l'angolo. 'Walk it back', in veste di tenue ballata, è una lettera personale cantata, un'intromissione nella vita di due amanti che non sanno come recuperare il proprio destino e il sound lucido e cadenzato descrive senza pietà questo incombere della fine.
Ma il disco non ha nel complesso toni drammatici. 'Mine smells like honey' sembra costituire una sorta di trittico con 'What's the frequency Kenneth?' e 'Imitation of life' e solleva il morale insieme a 'Dicoverer', 'Alligator_Aviator_Autopilot_Antimatter' e 'It happened today' - decorata da un cameo pressochè invisibile di Eddie Vedder - tutti brani dal ritmo sostenuto, rockettaro, quasi festaiolo.
In chiusura, come già successo con 'E-bow letter', si ripropone lo stesso duo Michael Stipe - Patty Smith in sovrapposizione ipnotica, nella strampalata e verbosissima 'Blue'.
Verrebbe da descrivere questo disco come un 'randomico' (passatemi il neologismo esterofilo) riassunto di quello che i Rem sono stati capaci di creare in tanti anni di carriera. Una summa musicale del loro estro e della loro ispirazione che allieta, rassicura e vivifica i fans di questa talentuosa e ormai imperturbabile band.
Il mio voto a questo disco è 7/10
Il mio voto a questo disco è 7/10
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