MATRIOSKla

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venerdì 20 maggio 2011

WALKMAN SONY nostalgia

Quando penso agli anni 80, mi ritornano alla mente tanti miti, tanti simboli, tanti oggetti culto. Tra questi di certo ha un posto davvero speciale il Walkman Sony. Ho precisato Sony, perchè tutti gli altri, sebbene funzionassero altrettanto bene, non avevano lo stesso appeal della marca principe che aveva ideato questo nuovo giocattolo musicale. Un po' come quello che succede oggi con l'Ipod. Ci sono tanti altri marchi molto affidabili e d'altrettanto elegante design, ma l'Ipod è l'Ipod e prima o poi, almeno uno nella vita, si arriva a possederlo .

Il 21 giugno del 1979 il colosso giapponese Sony lancia sul mercato il Walkman. Per la prima volta nasceva il concetto di musica portatile; era possibile ascoltare una raccolta, o per usare un termine dell'epoca, una compilation di successi, la copia di un disco vinile o l'audiocassetta originale del nostro cantante preferito ovunque andassimo. In spiaggia, in metropolitana, mentre si faceva jogging e in aereo. Insieme a questo, ovviamente, si diffondeva sempre più contagiosamente anche la possibilità di riprodurre ad infinitum il prodotto musicale. Sembrava un miracolo della scienza quello di poter ascoltare la musica in ogni luogo. Il sedile posteriore della macchina mentre si era portati, magari ancora privi di patente, era uno dei miei luoghi prediletti, ad esempio. Così come girare e visitare città nuove insieme alla musica era un modo per associare all'uno il ricordo dell'altra e viceversa. Il walkman era dunque un compagno inseparabile. Alcuni hanno addirittura scritto che il Walkman segnò la fine della concezione della socialità moderna, privandola di una comunicazione senza interferenze come poteva essere quella delle cuffiette nelle orecchie e l'isolamento che ciò ne derivava. Esiste una rappresentazione teatrale che accenna a questo accadimento sociale e si chiama: 'Miserabili. Io e Margaret Thatcher' di Marco Paolini.

Forse non la pensavano così i creatori del Walkman, pensando invece di fare cosa gradita quando fermavano i potenziali acquirenti del registratore portatile e, con tanto d'inchino, lo lasciavano provare ai ragazzi che passavano per le strade di Giza a Tokyo. Da questi ne raccolsero reazioni e commenti fino a quando il trio Akio Morita, Kozo Oshone e Masaru Ibuka decise di commercializzare il primo modello super leggero e funzionale, capostipite di un successo interplanetario che rese alle vendite della Sony guadagni per ben 330 milioni di esemplari: almeno due li ho comprati io.

L'ulteriore diatriba fu quella di trovare un nome adatto a questo innovativo riproduttore stereo di audiocassette. Il primo nome fu proprio Walkman, poi Scoopman e Discman. In Europa uscì come Soundabout e in Gran Bretagna come Storeaway. Tra tutti il più gettonato fu Walkman e così rimase, a volte anche ad identificare lo stesso tipo di oggetto seppure di altre marche.
La solita leggenda metropolitana riguardo alla vera paternità dell'invenzione, dice che il vero ideatore del futuro Walkman fu però un tale Andreas Pavel, un tedesco-brasiliano che l'aveva chiamato Stereobelt. Nel 1980 Pavel aprì una battaglia legale con la Sony e ne uscì risarcito dall'azienda giapponese con una cifra pari a10 milioni di dollari.

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