MATRIOSKla

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domenica 22 maggio 2011

REPTILE - Eric Clapton

Leggendo Murakami e il suo saggio autobiografico 'L'arte di correre', tra le tante piccole meraviglie filosofiche che ho trovato e delle quali vi ho messo a parte in un precednte post, ho scovato anche preziosi e quantomai sorprendenti suggerimenti riguardo alla musica da ascoltare durante le sessioni di jogging.

Non avrei mai pensato di trovare un disco di un grandissimo bluesman come Eric Clapton adatto ad una corsa. Le melodie rilassanti e, a volte, monotone del blues non costituiscono esattamente il mio ideale di sprone per correre sotto al sole delle 6 del pomeriggio in città.
Ma con Reptile, pubblicato nel 2001, le cose si sono subito messe in una luce diversa, tanto da evocare piuttosto un soleggiato e ventilato mattino di primavera che non un afoso pomeriggio qualunque.
Il disco si apre con una prima performance strumentale in stile bossa nova, che dà il titolo all'intero album ed è un invito all'ascolto alle altre tracce più tipicamente rhythm'n' blues, tra le quali emergono Got you on my mindCome back baby cantata da Ray Charles e Find myself.
Un ritmo più melodico e galvanizzante, anzichè impigliato nella leggendaria malinconia del blues si ritrova invece in I aint gonna stand for it e in Travelin' light, mentre I want a little girl, Broken down e Don't let me be lonely tonight, quest'ultima con James Taylor, sprofondano nel genere della soffusa ballata con un rilassantissimo ritmo sexy e dondolante.
Un finale su ritorno da bossa fa di questo disco un'opera delicata, ma anche da primo ascolto, un insieme di canzoni dove il manierismo del blues lascia spazio alla melodia e alla riconoscibilità del singolo brano, dando ad ognuno un'identità e una giustapposizione molto raffinata.
Strano pensare che un disco senza un beat esagerato possa riuscire a strappare alle proprie gambe un allungo di ripetute o una spinta adrenalinica verso gli interminabili chilometri, che scorrono sotto alle scarpe di un aspirante maratoneta.
Ma se, poniamo, una mattina vi svegliaste e vedeste la corsa quotidiana (o quasi) come un momento di relax e di riconciliazione con la natura circostante, allora crogiolarsi tra le note di questo fluido musicale, - che personalmente ritrovo molto nei passaggi di Find myself - potrebbe arrivare a somigliare ad un balsamico massaggio, ad una consolazione per la nostra costanza sportiva. Le sensazioni evocate da Broken down, ad esempio, potrebbero addirittura ricordare una nuotata rinvigorente in una deserta piscina all'aperto. Poi tornare verso la strada di casa, in tempo per gustarsi il morbido splendore della strumentalità pura di un pezzo come Son&Sylvia, provare un senso di pace psicofisica, un sano nutrimento per il corpo e per la mente. Domani, dopodomani e poi il giorno dopo, oltre a sentirvi sempre più un Superman Inside, vi sentirete di aver fatto la cosa giusta, al momento giusto: correre e ascoltare della buona musica.

Il mio voto a questo disco è 9/10.

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