MATRIOSKla

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domenica 12 febbraio 2012

Kauai, la prima isola delle Hawaii e l'ananas


Che l'influenza giapponese nelle isole Hawaii sia dominante, lo so grazie a mie fonti d'informazione segrete...Ma in generale chi ha viaggiato fin dall'altra parte del mondo, rispetto all'Italia, e c'è andato lo saprà ancor meglio.
Ogni tanto mi incanto davanti alla copertina del bel libro fotografico sulle Hawaii che campeggia sulla mia libreria e penso se mai riuscirò a viaggiare fin laggiù. Magari fino a vedere la spaventosa magnificenza di un'isola come Kauai. Dicono che sia la più bella dell'arcipelago delle Hawaii e forse,, chissà se è una coincidenza o meno, per questo motivo il suo nome assomiglia alla parola giapponese 'Kawai', che significa 'carino', 'bello'.
Non sono un'esperta di lingua giapponese purtroppo, dunque non saprei svelare l'arcano...

Oltre a saper parlare il giapponese, mi mancherebbe proprio un bel viaggio in un'isola come questa. Perchè partire per arrivare così lontano? Il fuso orario rispetto all'Italia è di 12 ore indietro e, per arrivarci, ci vogliono almeno due giorni di viaggio contando eventuali stopover negli States.
La risposta, personalmente, la trovo tutte le volte che penso o che ammiro la famosa Na Pali Coast.
Innanzi tutto il nome significa 'le scogliere' e, d'altronde, c'era da immaginarselo visto che Na Pali è un vastissimo ed enorme muro di roccia a picco sul mare, proprio come una scogliera. Questo bastione di origine lavica pare avere un aspetto quasi inquietante e spaventoso. Le scogliere raggiungono un'altezza pari fino a 300 metri e pieghe profonde increspano le pareti scavate dalla forza degli elementi in sei milioni di anni.
L'atmosfera mistica e selvaggia di Na Pali sembra dare al visitatore motivo di viaggiare con la mente verso luoghi magici, con la sensazione di tornare al tempo degli antichi. Le scogliere di questo litorale incorniciano un versante della bellissima Hanalei Bay. Lungo la baia. tra le pareti rocciose e il fiume, si estende una vasta spiaggia di sabbia bianca lunga circa 3 chilometri e, si dice che, la cosa più straordinaria sia che la forma di questa insenatura sembra aprirsi come un sorriso. 
Nonostante la sua bellezza strepitosa, Kauai rimane un'isola scarsamente popolata e sviluppata dal punto di vista occidentale. Fatto incredibile questo, se si pensa che, in realtà, essa fu la primissima isola ad essere stata scoperta dal capitano James Cook nel 1778 e che si tratta della più antica isola dell'arcipelago che Cook, senza preoccuparsi se esso avesse già un nome, chiamò arcipelago delle Isole Sandwich (in onore all'omonimo duca, suo protettore). 
Kauai resta, per lo più, un'isola rurale diversamente dalle altre isole più turistiche delle Hawaii, come Oahu e Maui, dove la maggior parte della superficie è costituita da riserve e parchi naturali. All'infuori dell'unica città, Lihue, le regole edilizie hanno fatto sì che la gran parte degli edifici non superi in altezza una palma da cocco.
La varietà geografica dell'isola è stupefacente. Si passa dalle frastagliate catene montuose a picco sull'Oceano, a paesaggi desertici estremi, che contrastano con le foreste tropicali e 43 spiagge sabbiose che cingono l'isola come in una meravigliosa lei, caratteristica ghirlanda di fiori hawaiana. La maggior parte del remoto e impervio interno dell'isola si può godere solo dall'alto, in elicottero o aeroplano. 
I frutti di quest'isola sono i tipici delle zone tropicali. Dalla canna da zucchero, alla noce di cocco.
Ma Kauai è famosa per essere stata la terra di esportazione verso l'Europa dell'ananas, di cui gli antichi abitanti polinesiani avevano introdotto delle ricche piantagioni già a partire dal 1800. La Spagna fu una delle prime a importare questo frutto. Agli inizi del 900, invece, grazie alla florida fioritura delle piantagioni, aiutate dalle abbondanti piogge tropicali, alcuni imprenditori americani si buttarono nell'impresa di produrre e inscatolare l'ananas. Tra questi, James Dole si distinse per la sua intraprendenza e, da allora, diede inizio al suo business nel continente americano, e poi su scala mondiale, di questo dolce frutto, di questa dolce e fruttifera isola. Probabilmente l'ananas che mangiamo oggi in Europa ha davvero origini che affondano nell'antichissimo e misterioso suolo vulcanico, che ha visto nascere la meravigliosa isola di Kauai. 

1 commento:

  1. Beautiful post! Kauai is definitely worth the flight halfway around the world. :)
    Jen

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