MATRIOSKla

MATRIOSKla

giovedì 2 febbraio 2012

Natsuo Kirino e l'erotismo nell'isola dei naufraghi

Sono arrivata a quota tre, per quanto riguarda i libri che ho letto di quest'autrice e mi vien giusto da dire che, quello che provo nei suoi confronti è ciò che di solito si chiama 'odio-amore'.
Eravamo partiti molto bene. Il primo libro che mi ha fatto conoscere Natsuo Kirino è stato il bellissimo 'Real World'. Uso un aggettivo superlativo relativo, però: bellissimo rispetto agli altri. 'Real world' è una storia che, piuttosto, sembra una sceneggiatura. I personaggi sono davvero molto reali, moderni, vicini alla nostra percezione di uomo contemporaneo. In verità si tratta di una storia di teenagers e, molto spesso, mi sono immaginata l'adolescente medio fatto e definitivo nel modo in cui la Kirino è riuscita a scriverne. La storia era accattivante, la tensione alle stelle, i conflitti molto umani e l'intimità dei protagonisti svelata, ma non violata.
In seguito, proprio per via della fiducia che riponevo in questa scrittrice, comprai 'Le quattro casalinghe di Tokyo'. In quel caso, mi accorsi che quella delicatezza che spesso caratterizza una scrittura femminile, pure nei momenti più duri di una storia, aveva lasciato il posto ad una sfacciataggine oltremodo fastidiosa.
Le protagoniste del romanzo, tutte donne, erano ritratte in una veste squallida e la loro dignità, spesso, era svergognata dalla loro avarizia e frustrazione. Le scene più pittoresche e i climax delle vicende si facevano vivaci solo aggiungendo turpi scene erotiche, violente ed eccessivamente figurate dallo sfondo sessuale, tanto da diventare offensive e disgustose. A quel punto, avevo già capito che la Kirino, forse, subiva quello strascico culturale tipico della società maschilista giapponese e in un modo sorprendentemente masochista, sembrava trarne addirittura ispirazione per le sue lungaggini narrative. 
Se proprio doveva aggiungere l'elemento erotico al romanzo, avrebbe almeno potuto farlo con più grazia. Ma in quel romanzo, l'assetto narrativo navigava palesemente verso una rappresentazione della donna sguaiatamente contro tendenza. La donna era un'assassina e dunque passibile di punizioni, abusi corporali e sessuali. Non incontrò dunque, assolutamente, il mio consenso. 
Quando l'eros diventa una forzatura, la lettura diventa quasi un vouyerismo. Detesto la pornografia intrufolata qui e là tra le pagine di un romanzo. Detesto anche solo i riferimenti espliciti agli organi riproduttivi; è chiaro che servono solo ad attirare maggior pubblico possibile.
Ora, mi ritrovo tra le mani il terzo romanzo della Kirino, si chiama 'L'isola dei naufraghi' e mi chiedo se non sia un incrocio pseudo-letterario tra un reality show, dove l'unico appeal è la possibilità della fornicazione con chiunque, e il racconto erotico. Nonostante la Kirino abbia una facilità di scrittura molto utile per i nostri tempi pigri e indolenti nei confronti della lettura, mi domando perchè la dose erotica nella sua scrittura continui ad aumentare. I personaggi sono naufraghi di un'isola che sembra un harem di promiscuità, dove ogni personaggio ha una disgustosa connotazione di erotomane. Mi chiedo se sia una mossa pubblicitaria o di marketing, se sia un mezzo per affermare la rottura di un taboo nella società giapponese - quello per cui le donne non si preoccupano più della loro dignità sessuale- oppure un gesto emule nei confronti dei tanti scrittori 'pulp', che invadono gli scaffali di 'libbretti' scadenti e assai ruffiani, che ci insegnano quanto animalistica sia la cultura dell'uomo moderno. Unica nota positiva del libro, a mio parere,  sono gli innumerevoli  riferimenti alla cucina giapponese, di cui io sono sempre curiosa estimatrice.
Forse leggerò altri libri di questa autrice, continuerò a non capirla, a non apprezzarla. Tra pochi giorni avrò finito di leggere quest'ultimo romanzo con la sensazione di essermi tolta un pensiero sconcio e basso dalla mente. Per fortuna, posso ancora pensare che la narrativa giapponese abbia sempre pronto, per me, un maestro ineguagliabile e di classe come Haruki Murakami.

Nessun commento:

Posta un commento